sabato 30 maggio 2020

EMERGENZA SCUOLA GENITORI

ASSOCIAZIONE GENITORI INSEGNANTI ALTO ATESINI

Siamo un gruppo di genitori, insegnanti, rappresentanti del mondo civile, e vorremmo sottoporre all’attenzione di tutti i membri del nostro consiglio provinciale alcune importanti considerazioni per quanto riguarda il futuro della scuola. Riteniamo che al mondo della scuola non sia stata data la dovuta attenzione da parte delle istituzioni. Si è scelto di chiuderla, sono stati stanziati alcuni milioni di euro per la Didattica A Distanza (di seguito denominata DAD), ma è mancata una riflessione che ci permetta di ripartire in una condizione di BENESSERE generale. Dovremmo chiederci tutti, come genitori, come insegnanti, come dirigenti e come cittadini, quale scuola, e di conseguenza quale società, vogliamo costruire per il domani. Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e con quali basi vogliamo riaccogliere, riaprire ed incontrare nuovamente i nostri giovani? Ciò che purtroppo emerge, da tutte le proposte che abbiamo sentito fino a questo momento è un principio di PAURA: - paura del contagio - paura del contatto - paura del respiro - paura della contaminazione - paura della vicinanza. In sostanza PAURA DI VIVERE. Vogliamo davvero accettare l'idea che la possibilità di riabbracciarci dipenda dalla scoperta di un vaccino? NOI NON SIAMO D’ACCORDO e sentiamo la necessità di fare proposte costruttive. I bambini, i ragazzi e i giovani non conoscono e non dovrebbero conoscere il distanziamento sociale, che implica una lontananza non solo fisica, ma anche UMANA dagli altri. Una distanza innaturale, che non fa parte di ciò che caratterizza ogni essere umano. Vogliamo parlare del concetto di assembramento in termini positivi, perché i bambini naturalmente si assembrano, PER FORTUNA lo fanno. In maniera innata si avvicinano, ricercano contatto, abbracciano le persone che sentono vicine, ricercano conforto, e poi si scambiano oggetti, giochi e si parlano a distanza ravvicinata. NOI NON RIUSCIAMO AD IMMAGINARE una scuola, né un mondo, in cui tutto ciò non accada, neanche per un periodo limitato di tempo, perché creare un’abitudine di questo tipo, è molto rischioso, soprattutto in bambini che si apprestano ad affacciarsi alla vita. Chi lavora con i bambini e con i giovani sa che IL RISCHIO ZERO NON ESISTE e che il rapporto adulto-bambino si crea attraverso la gestualità, che necessariamente comporta un contatto fisico. A scuola TUTTO è condivisione e vicinanza. Se vogliamo parlare di distanziamento, possiamo semmai pensare di creare classi ridotte. Possiamo progettare una didattica che coinvolga maggiormente gli spazi all'aperto, traendo spunto da prassi già ampiamente in uso in altre culture, come avviene con successo in Germania, in Danimarca, e anche in numerose città italiane. Noi non vogliamo che i nostri bambini e i nostri ragazzi stiano seduti tutto il tempo-scuola lontani dagli altri, divisi magari da uno schermo di plexiglass, con una mascherina sulla faccia diverse ore al giorno. Non vogliamo che abbiano questo ricordo della loro infanzia o adolescenza. Riteniamo doverosa una seria riflessione sulla proposta di utilizzo dei dispositivi di protezione come la mascherina, perché fino a questo momento non si è aperto un sufficiente dibattito su questo tema. A volte basta il buon senso per capire che certe pratiche non sono attuabili o che, semplicemente, i danni relativi al loro uso superano di gran lunga i benefici. La prima considerazione su un eventuale obbligo della mascherina riguarda la DIFFICOLTÀ DI RESPIRAZIONE, ma possiamo aggiungere anche quella di COMUNICAZIONE. Trascorrere diverse ORE con la mascherina davanti al naso e alla bocca può comportare danni gravissimi, dal punto di vista non solo FISICO, ma anche EMOTIVO, SOCIALE e PSICOLOGICO e riguardo a questo si possono aprire ampi dibattiti, chiamando in causa i più grandi esperti in questi ambiti. Per quanto riguarda invece la DAD, vogliamo portare all’attenzione l’incidenza negativa sulla salute fisica e psichica dei bambini e dei ragazzi dell’utilizzo di uno schermo per parecchie ore. Ci sono esperti che parlano addirittura della cosiddetta “demenza digitale”. Da diversi anni si parla dei problemi di attenzione e di iperattività, chiamando in causa la sovraesposizione allo schermo e la sedentarietà! NON È QUESTA LA SCUOLA, NÉ LA SOCIETÀ CHE VOGLIAMO. Vorremmo a tal proposito ricordare la definizione di salute da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo l’assenza di malattia”. Pensiamo che sia giusto ripensare la scuola, alla luce di quanto stiamo vivendo oggi. Dobbiamo imparare dagli errori, per migliorare. Possiamo partire dagli edifici. Le nostre scuole spesso hanno aule inutilizzate, che possono essere riabilitate. Hanno giardini o spazi all’aperto, che possono essere resi agibili! Il denaro può essere investito nella scuola per ripensare gli spazi, non solo per investire nella tecnologia. Nel nostro ricco Alto Adige abbiamo a disposizione grandi spazi immersi nel verde, che si prestano molto bene per meravigliose lezioni all’aperto. L’ambiente esterno è ricco di stimoli per apprendere. Possiamo ripartire dalla natura, per aiutare i nostri giovani a conoscere e sperimentare i luoghi in cui vivono, per apprezzare e valorizzare la ricchezza racchiusa nel mondo che ci circonda. Il nostro territorio offre molte possibilità anche dal punto di vista storico e scientifico. Abbiamo musei, castelli, giardini, luoghi storici, che ben si prestano per affrontare gli argomenti del curricolo, che può essere ripensato e riadattato, in funzione della realtà che sta cambiando. Dobbiamo rimettere la pedagogia al centro dei nostri pensieri insieme all’educazione civica, alla formazione completa dei cittadini di domani. Vogliamo inoltre affrontare la gravità del problema di tutti i bambini con bisogni educativi speciali, con un piano educativo individualizzato, che la DAD sembra aver completamente dimenticato, e che sono stati di gran lunga i più penalizzati da questa didattica. Può darsi che sia stata utile a mantenere un minimo contatto in questi mesi, ma non è sufficiente, perché questa modalità di relazione NON È REALE e non può essere accettata nella normalità. È fondamentale essere consapevoli che le scelte che si faranno incideranno in maniera significativa sulle generazioni che verranno. Questo comporta necessariamente una seria riflessione sul futuro della scuola. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è di essere ascoltati, come genitori, come insegnanti, come membri della società che stiamo costruendo insieme. Saremo noi il supporto per pensare in maniera coraggiosa al futuro della scuola: una scuola che trasmetta valori umani, conoscenze, rispetto per la natura. Una scuola che investa sul territorio e sulla nuova generazione, affinché cresca con il coraggio di affrontare le sfide del futuro in un'ottica umana e comunitaria. La scuola può ripartire solo da questo. Chiediamo come insegnanti, come genitori, come costruttori del mondo di domani, di poter continuare a donare speranza e coraggio ai nostri ragazzi, perché questo è l'unico modo in cui riusciamo a guardare al futuro.
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
TERA-PICO1 Dal personale al collettivo
PREMESSA
Il presente documento è strutturato sulle tre fasi rappresentative del processo
decisionale: Analisi/Ascolto; formazione/individuazione della Volontà Collettiva
(che qui viene coniugato in tesi); Azione.
Nasce come contributo di riflessione in vista degli Stati Generali del
Movimento Cinque Stelle dell’aprile 2020 ed era stato chiuso a fine febbraio. A
seguito della pandemia sono stati aggiunti tre paragrafi: Focus su effetti virali,
Oggi: il virus come biforcazione, Azione 4 (Magazzino e Resilienza)
L’ANALISI
Da ieri ad oggi
Il periodo antecedente la “grande guerra” è stato caratterizzato da importanti
eventi che hanno plasmato il mondo e la società del tempo trasformandoli
nell’attuale contesto in cui viviamo. L’invenzione della macchina a vapore alla
fine del 700 segnò l’inizio della rivoluzione industriale basata sulle fonti fossili,
la pubblicazione de “L’origine della specie” nel 1859 promosse la teoria
secondo la quale la competizione è alla base del miglioramento della specie e
pose le basi concettuali per il superamento dell’insegnamento comunitario
cristiano, ben rappresentato nel discorso alla montagna del vangelo di Matteo
ed in Marco (12,29): “amerai il prossimo tuo come te stesso”.
Il periodo post bellico è stato caratterizzato da una crescita impetuosa basata
sul massiccio uso delle fonti fossili (il petrolio su tutte) che ha liberato le grandi
masse dalla povertà che le affliggeva dalla fine della guerra, redistribuendo i
suoi frutti verso le classi sociali a bassa scolarizzazione: è stato il periodo del
baby boom ed è stato anche il periodo dell’esplosione edilizia. In Italia furono
gli anni della nazionalizzazione dell'energia elettrica, della scuola media
dell'obbligo, per finire con lo statuto dei lavoratori del 1970. L’intervento dello
Stato nell’economia cercava di mitigare il liberismo delle società capitalistiche
occidentali.
1 Tera 1012 - Pico 10-12 - ovvero del molto grande e del molto piccolo - 1
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
La guerra del Kippur, la prima crisi petrolifera, che in Italia significò le
domeniche dell’austerity, fu uno spartiacque. Il club di Roma parlò dei “limiti
dello sviluppo”. In Francia Ivan Illich parlò di “energia ed equità” in un suo
famoso scritto apparso su Le Monde nel 1973. Illich, un ministro del culto
cattolico, spiegava come un eccesso di energia disponibile fosse anche fonte
di ineguaglianza sociale applicando questa sua teoria al sistema dei trasporti.
In un altro scritto sulla convivialità diceva che "nessuna ipertrofia della
produttività riuscirà mai a soddisfare i bisogni creati e moltiplicati a gara”. La
critica alla società industriale capitalistica veniva fatta sul sistema di trasporto.
Ci ricordava come con l’aumento della velocità non si guadagna tempo ma lo
si perde perché si diventa parte di un sistema che è completamente integrato
nell’organismo dell'industria del trasporto. L'Uomo non sa più affrontare le
distanze da solo e senza mezzi meccanici si sente perso. Le conseguenze
sono anche da ritrovarsi nei concetti di tempo e denaro. Il tempo, con
l'aumentare della velocità è cominciato a scarseggiare.
In quel periodo la crescita della capacità produttiva veniva sostenuta tramite la
creazione di nuovi e spesso introiettati bisogni che sono serviti a drogare un
sistema che aveva già raggiunto il suo apice. La società industriale basata
sull’economia della produzione di beni materiali iniziava a mostrare il fiato
corto. Per trent’anni era stato come se le parole che Darwin stesso, ne
“l’origine dell’Uomo” pubblicato nel 1871, aveva usato per spiegare come
aiutassero a sfuggire ai pericoli (socievolezza, simpatia, scambievole amore),
avessero preso il sopravvento. Darwin ed altri naturalisti dell’epoca2
individuarono la socialità come un istinto, comune agli animali e agli uomini.
Un istinto necessario alla sopravvivenza della specie, in quanto parte
integrante dell’istinto di conservazione. Nel dopoguerra la forza animale
dell’istinto sociale aveva preso il sopravvento su quello dell’istinto personale.
Questa “lezione” sociale venne compressa nei decenni a seguire e riprese
forza la nozione competitiva.
La meccanizzazione della produzione, la finanziarizzazione del sistema su
scala globale e l’avvento di internet hanno completato la trasformazione
industriale riducendo, segmentando, destrutturando la vecchia classe operaia.
La diminuzione del numero di addetti all’interno dei comparti produttivi, figlia
della tecnologizzazione e robotizzazione dei processi, ha portato ad un
aumento della produttività. La riduzione del peso salariale nei costi
complessivi aziendali a partire dalla fine degli anni ’70 è solo che in piccola
2 Pëtr Kropotkin ne parla nel suo scritto “il mutuo appoggio” 2
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
parte ridistribuita verso il reddito da lavoro ma indirizzata massicciamente
verso l’accumulo di capitale3
. Un capitale utilizzato per resistere (nel migliore
dei casi) o per assorbire i concorrenti in quella logica competitiva figlia
ideologica del libero mercato. “All you can eat” per diventare sempre più
grasso e lontano dalle reali esigenze del blocco sociale maggioritario.
L’incremento del benessere dei cittadini iniziato alla fine della seconda guerra
mondiale (dopo che il Mondo aveva già vissuto lo shock della prima guerra e
della crisi finanziaria del ’29) durato un trentennio (i fantastici 30) ha prodotto
quelle condizioni di vita che oggi sono messe a dura prova. La classe a medio
ed a basso reddito vive il depauperamento delle proprie condizioni di vita e del
proprio “status sociale” conquistato nei decenni precedenti. L’incremento delle
produttività, la delocalizzazione della produzione in aree del pianeta a basso
salario e bassa protezione ambientale, accoppiato ad un basso costo del
trasporto figlio dei bassi prezzi dei combustibili e del gigantismo navale, ha
permesso al sistema produttivo di inondare il mercato dei paesi occidentali di
beni “cheap”. Un’economia a basso costo, la cosiddetta Walmart economy,
che concede l’illusione di rendere ancora sostenibile quello stile di vita. I beni
a basso costo sono il nuovo placebo che serve a mantenere a livelli accettabili
la tensione sociale.
Negli ultimi trent’anni la produzione di massa si è spostata in Asia e gran parte
della crescita economica globale è andata in quei Paesi trasformando
profondamente la loro economia. Oggi le vecchie aree dominanti (l’Europa del
IXX secolo e l’America del nord nel XX) sono dipendenti per moltissime delle
loro produzioni da quell’area che ha assunto un grande peso geopolitico. Gli
scambi commerciali tra UE ed Asia superano quelli che ognuno dei due ha
con gli USA e l’implementazione delle infrastrutture di collegamento tende a
legare sempre di più l’Eurasia.
Fino ad una ventina di anni fa il sangue del mondo erano le fonti fossili ed il
controllo, diretto ed indiretto, delle aree di produzione era fondamentale4
. Le
vie di transito erano presidiate e nei punti strategici il controllo era fatto dagli
Stati o da loro aggregazioni. Ancora oggi le dispute per il controllo e la
localizzazione di oleodotti, gasdotti e delle vie di transito alimentano conflitti e i
punti strategici di trasporto via mare, come lo stretto di Malacca5
, sono
presidiati. Le infrastrutture di trasporto sono di tipo “pesante” e la ridondanza è
3 Dal 1979 al 2019 la produttività dei lavoratori è aumentata del 69,6% mentre la retribuzione è aumentata del 11,6%. Fonte: Institute of Economic Policy
4 Nel 1980 Jimmy Carter, presidente USA, dettò la linea di difendere i loro interessi nel golfo persico attraverso la marina militare

5 Oltre allo stretto di Hormuz e quello di Bab el-Mandeb 3
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
molto limitata. La velocità di trasporto è limitata dalla dimensione dei tubi o da
quella delle navi.
La critica di Illich oggi non si baserebbe più sul trasporto fisico ma sul
trasporto e la gestione dei dati. Il trasporto dei Gigabit sta rimpiazzando quella
dei Gigawatt come elemento strategico e l’infrastruttura di trasporto è di tipo
“leggero” e ridondante. I dati viaggiano alla velocità della luce. Il World Wide
Web è nato nel 1991 lo stesso anno della fine della guerra fredda.
La GIG Economy, quella on-demand e per alcuni versi la sharing economy,
hanno prodotto un nuovo livello di schiavitù su base volontaria. Un esempio: i
proprietari di una casa usano piattaforme informatiche per incrementare il
reddito (B&B) ma pagando una “tassa” salata ad una multinazionale di servizi
magari con sede fiscale in un “Paese a fiscalità agevolata”6
. Persino il
linguaggio è piegato a quel politicamente corretto che tanto serve a
nascondere la verità. In fin dei conti è questo che hanno sempre fatto le classi
dominanti: modificare il piano di azione e quindi le parole, i termini, per
lasciare il popolo nel suo limbo di ignoranza e poter quindi muoversi con più
libertà d’azione. Un altro esempio: la disponibilità di connessione informatica
ha prodotto grandi piattaforme7
in cui si incontrano domanda ed offerta di
lavoro (da parte di lavoratori autonomi) ma se la domanda viene da paesi ad
alto reddito pro capite l’offerta può venire da paesi poveri e questo genera una
fortissima sperequazione tra i due livelli con grandi sacche di popolazione dei
paesi ricchi che si trovano a competere con salari bassi. Il risultato non è altro
che un aumento del disagio sociale. La rete permette anche alle nuove “sette
sorelle” (le big 5 statunitensi e le big 2 cinesi)8
sia come potenze finanziarie (la capitalizzazione di quattro di esse supera il
di dominare il mercato globale
trillion US$9
) che come strumenti pervasivi sugli utenti di internet senza
oltretutto contribuire al benessere collettivo avendo sede in “Paesi a fiscalità
agevolata”
10
. Sembra che non sia cambiato molto dall’epoca di Rockfeller e
della Standard Oil ma a ben vedere è cambiato molto sia in termini di
produttività
(meno dipendenti maggior guadagno)
parte dei CEO e quello medio dei lavoratori. La regola morale di Adriano
sia di divario tra introito da
Olivetti “nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di
dieci volte l'ammontare del salario minino” è completamente saltata. Oggi
6 Booking è sotto attenzione della procura di Genova per un’evasione iva stimata in 350 milioni di euro ed ha sede nel “paradiso fiscale” olandese.
7 Tipo Upwork
8 Apple, Facebook, Google, Amazon, Microsoft, Alibaba; Tencent

9 1 trillion corrisponde a 1000 miliardi (dati al 20 febbraio 2020)
10 Con l’eccezione di Microsoft che ha la sede in California le altre hanno sede fiscale in paradisi fiscali.

4
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
negli USA il rapporto tra amministratore delegato e stipendio medio ha
raggiunto il livello di 312 mentre in Italia il livello si attesta su 54. A ciò si
aggiunge il velocissimo incremento di capitalizzazione di queste aziende di
servizi (sono, per la maggior parte, scollegate dalla produzione di beni) che
sono molto più globalizzate di quanto lo fossero le major del petrolio. Il
risultato è stato la nascita di una nuova oligarchia completamente scollegata
dai Governi essendo il loro valore sostanzialmente scollegato dai luoghi fisici
di produzione del valore. Un obiettivo ottenuto smaterializzando il ”bene” che
determina valore. I dati, la loro gestione, il loro stoccaggio, la loro
movimentazione sono il nuovo "sistema dominante". Il neoliberismo degli
ultimi 40 anni ha trovato nelle società hi-tech basate sulla rete una nuova
“classe dominante”. Spesso si ode i dirigenti di queste aziende parlare di
uguaglianza, orizzontalismo, opportunità ma è solo propaganda. Il finto
libertarismo propagandato da esse si traduce in un dominio al quale gli Stati
non hanno saputo né voluto porre un limite. Non hanno voluto in quanto, in un
certo senso, è la prosecuzione della ”dottrina Carter” in quel mondo post
industriale dove al sangue del sistema (le fonti fossili) si è sostituito il
neurotramettitore del sistema (il bit). Non hanno potuto in quanto il bit non ha
un luogo fisico ma virtuale. Gli stessi datacenter, dove vengono stoccati i dati,
sono ridondati in molte parti del globo liberando il bit da uno specifico territorio
fisico. Perdipiù la posa di cavi sottomarini transoceanici da parte delle stesse
società ne assicura lo svincolo dalle vecchie compagnie telefoniche,
partecipate dagli Stati, che avevano ancora il controllo dell’infrastruttura di
trasporto. L’unica azione concreta che gli Stati hanno messo in campo per
avere un ruolo nella democrazia del web riguarda i sistemi di supercalcolo
installati presso agenzie, centri di ricerca, società controllate. La Cina domina
il numero di installazioni con il 46% del totale globale contro il 23% degli USA.
Viceversa come potenza di calcolo gli USA hanno il 37% mentre la Cina il
32%
L’Italia gioca la sua partita in questo campo avendo sia il più grande sistema al
mondo non di proprietà di agenzie governative sia con l’assegnazione di uno
dei tre sistemi pre-exascale che verranno costruiti in UE.
Un altro tipo di azione messo in campo da gruppi di volontari verte sul calcolo
distribuito. Tanti PC collaborano insieme per fare grandi analisi complesse. Il
progetto più famoso fu quello lanciato dall’università di Berkley 20 anni fa e
noto come SETI@home. Un grande esempio di azione collettiva aggregata
11.
11 Top 500 novembre 2019 5
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
verso un obiettivo comune. In questo sistema collaborativo la potenza di
calcolo complessiva oggi supera quella dei più potenti supercomputer
La rete internet permette già oggi di essere cittadini digitali in uno Stato
diverso da quello di residenza al fine di poter aprire una società che verrà
tassata in quello Stato. Ciò contribuisce ad aumentare la mobilità del capitale
che si svincola definitivamente dalla geografia fisica.
Dal punto di vista climatico il punto di rottura è coinciso con il massiccio uso di
fonti fossili iniziato dall’epoca dell’utilizzo della macchina a vapore per
eliminare l’acqua dalle miniere di carbone in Inghilterra. La rivoluzione
industriale basata prima sul carbone, poi sul petrolio ed infine sul gas naturale
ha reimmesso in atmosfera una parte importante di quel carbonio che si era
accumulato nel sottosuolo nel periodo carbonifero e nel giurassico. Materia
organica cresciuta assorbendo la luce solare e accumulata per decine di
milioni di anni e successivamente trasformata in quella fonte fossile che gli
uomini utilizzano da solo 200 anni. La depauperazione di questa “energia
solare concentrata” ha prodotto un innalzamento del tenore di gas
climalteranti, dall’epoca pre-industriale, del 35%. Il salto è paragonabile a
quello tra un’era glaciale ed una interglaciale. In termini di CO
alla fine della seconda guerra il totale globale era contenuto in 5 miliardi di
2
emessa, fino
tonnellate anno. Nel 2017 siamo arrivati a valori sette volte superiori. Come
Paesi emettitori fino al 1980 USA e UK erano responsabili da soli per il 50%
del totale cumulato. La Cina emetteva il 7% del totale annuo, l’India l’1,6%.
Nel 2017 gli USA erano responsabili del 25% del cumulato mentre la Cina del
12% e l’India del 3%. La Cina diventava il primo emettitore del mondo con 10
miliardi di tonnellate contro i 5 degli USA. In termini percentuali, sempre nel
2017, era responsabile del 27% del totale annuo e l’India del 7%. Il
“socialismo con caratteristiche cinesi” lanciato da Deng Xiaoping nel 1982
aveva dispiegato i suoi effetti sull’ambiente. La Cina ha usato le sue grandi
miniere di carbone per supportare lo sviluppo industriale tanto che
l’incremento di produzione interna ha coperto quello della domanda in una
sorta di autarchia energetica. Gli USA, con la tecnologia del fracking, sono
tornati ad essere autarchici relativamente all’accoppiamento di domanda ed
offerta di gas e petrolio. In questo contesto i Paesi dell’UE dipendono per il
55% da fonti energetiche di importazione. L’Italia ha uno dei più alti gradi di
dipendenza all’interno dell’UE con un valore dell’85%.
12 Il 13 aprile il sistema distribuito Folding@home ha raggiunto la potenza di 2,4 Exaflops, 12 volte maggiore del più potente supercalcolatore esistente oggi. Mai come in questo caso “l’unione fa la forza”.
6
12.
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
I paesi dell’UE dipendono dall’estero anche per una serie di minerali strategici.
L’informatica, le fonti rinnovabili, l’industria spaziale e della difesa, la svolta
green, insomma tutti i settori ad alta innovazione tecnologica dipendono da
quei minerali classificati come terre rare oltre che da rame, litio e cobalto.
Mentre la Cina è il più grande esportatore del mondo di terre rare e gli USA
hanno disponibilità di risorse sul loro territorio, l’UE importa l’85% del suo
fabbisogno (principalmente dalla Cina).
Focus su Demografia
L’analisi dei dati relativi all’evoluzione demografica ci consente di capire qual è
l’andamento al fine di attuare politiche coerenti con l’età anagrafica delle
persone. Il periodo post bellico è stato caratterizzato da quello che fu definito il
baby boom che ha rappresentato il periodo 1946-1964. L’effetto dei baby
boomers ha prodotto un forte incremento della popolazione che, visto il
successivo decremento della natalità, porterà a livelli importanti il numero di
coloro che escono dall’età lavorativa con un innalzamento dell’età media. Oggi
la fascia di popolazione con età compresa tra 45 e 65 anni rappresenta quella
numericamente più rappresentativa del Paese. Una situazione che ci rende
simili alla Germania e diversi dalla Francia.
Secondo alcune proiezioni in Italia nel 2050 la quota di over 65 sarà oltre il
30% della popolazione e quella degli over 80 del 15%
13
. L’età media è passata
dai 31 anni del 1960 ai 48 anni del 2020 e si prevede arrivi a 51 nel 2065
14
. La
popolazione totale è passata dai 50 milioni del 1960 ai 60,5 milioni del 2018 e
si prevede arrivi a 53 milioni nel 2065.
In Francia l’età media è passata dai 33 anni del 1960 ai 42 anni del 2020 e si
prevede arrivi a 44 nel 2065
15
. La popolazione totale è passata dai 46 milioni
del 1960 ai 66 milioni del 2020 e si prevede arrivi a 72 milioni nel 2060.
In Cina l’età media è passata dai 30 anni del 1990 ai 38 anni del 2020 e si
prevede arrivi a 49 nel 2060
16
. La popolazione totale è passata dai 1170 milioni
del 1960 ai 1400 milioni del 2020 e si prevede arrivi a 1300 milioni nel 2065.
Le previsioni sull’Africa17 mostrano una grande crescita demografica. La zona subsahariana mostra una crescita da 1,1 miliardi di persone a 2,5 miliardi al
13 Fonte: Ipsos su dati UN
14 Fonte: Istat
15 Fonte Aron Stranberg su dati UN 16 Fonte Aron Stranberg su dati UN

17 Fonte: UN – World Population Prospects 2019 7
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
2060. Al 2060 la Nigeria potrebbe diventare una delle nazioni più popolose del mondo con quasi 300 milioni di abitanti. Il numero delle persone (intera africa) in età lavorativa (15-65) dovrebbe raddoppiare al 2060 arrivando a 1,2 miliardi.
Focus su Disuguaglianze
L’800 è stato caratterizzato da forti livelli di disuguaglianza basati sul possesso
di beni fisici come la terra o sui potenti signori del commercio. Il trittico di
sconvolgimenti nel periodo che Hobsbawn definì l’età della catastrofe,
caratterizzato dalle due guerre mondiali e dalla crisi finanziaria del 1929, ha
prodotto un forte abbattimento delle differenze di reddito e quella
ridistribuzione della ricchezza che ha cambiato lo status di vita di molte
persone. Erano gli anni delle politiche keynesiane. Agli inizi degli anni ’80 si
affacciano sulla scena Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Inizia
l’applicazione post bellica del concetto di “più mercato e meno Stato”. I Paesi
di cultura anglosassone hanno un percorso comune nella sperequazione tra il
top 1% ed i bottom 50%. Gli anni della Thatcher hanno
30 a 38. Negli USA (periodo 1980-2015) il top 1% è
passato dal 10% al 20% della ricchezza complessiva; il bottom 50% dal 20%
al 12%. I paesi dell’Europa continentale (al netto di quelli dell’area ex URSS)
hanno contenuto questo incremento differenziale. Nel periodo 1980-2015 il top
1% e passato dal 7,5% al 11% della ricchezza complessiva; il bottom 50% dal
20% al 17,5%. L’analisi del reddito
da Eurostat mostra un’area ad alto reddito
concentrata su un asse verticale che collega l’Emilia Romagna con la bassa
Danimarca.
Le zone periferiche risultano svantaggiate con minore capacità di spesa. In
Italia il top10% (negli anni 2002-2018) è passato dal 43,7% al 56,1% mentre il
bottom 50% dal 14,4% al 7,8% della ricchezza posseduta. In senso geografico
la differenza di reddito netto in Italia è tutta insita nella vecchia divisione tra
nord e sud che vede le province autonome di Trento e Bolzano, la Lombardia
e l’Emilia Romagna nelle zone alte (più di 20000 euro/anno) di fronte a
Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata nelle zone basse (meno di 11000
euro/anno).
A livello globale la ricchezza degli HNWI (ossia coloro che hanno un
patrimonio investibile di almeno un milione di US$) è arrivata a 70 trillions US$
disuguaglianza18 da
potere d’acquisto) effettuata
aumentato l’indice di
netto disponibile pro-capite (a parità di
18 Fonte: Chartbook of Economic Inequality 8
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
nel 2017. Il valore del PIL mondiale è di 80 trillions US$. Nella classifica che
raggruppa per Paesi gli UHNWI (>30 mUS$)
19
l’Italia si colloca in nona
posizione con un totale di 6270 soggetti nel 2018.
Negli ultimi 20 anni, negli USA, la ricchezza prodotta da capitale è aumentata
a scapito di quella prodotta da lavoro. Il disaccoppiamento tra la ricchezza
prodotta dal lavoro (diminuita) e quella prodotta dal capitale (aumentata) è
evidenziata dal Bureau of Economic Analisis statunitense.
La disuguaglianza, che una volta era rappresentata con il divario tra il nord ed
il sud del mondo, oggi è un fenomeno diffuso tanto che la polarizzazione
sociale interna agli Stati è un problema che si è esteso alle economie ruggenti
dell’ultimo ventennio.
Focus su Debito e Valute
La prima economia del mondo per PIL [espressa in termini di purchasing
power parity (PPP) ovvero di parità di potere di acquisto]
miliardi (27 trillion) US$ seguita dagli USA con 21 trillion US$, dall’India (11) e
20
è la Cina con 27000
dal Giappone (6). L’unione Europea (pre brexit) si colloca seconda con in
valore di 22 trillion US$. Al
2017 il debito estero degli
seguito dal Regno Unito con 8,8, e da Francia e Germania con circa 5,4. La
USA supera i 18 trillion
Cina è anche il primo creditore degli USA (ex aequo con Giappone) con 1180
miliardi di US$. La Cina ha le più grandi riserve (valutarie + oro) del mondo ma
è solo 14° nella classifica del debito. Situazione invertita per gli USA. Il
rapporto tra debito e riserve vede: la Cina a 0,52; l’Italia a 14,8; la Germania a
26,6; la Francia a 31,7; gli USA a 140. In merito al debito aggregato (somma
del governativo, aziendale, familiare e finanziario) espresso come percentuale
del PIL (dati 2018), Irlanda, Olanda, Giappone spiccano in vetta alla classifica
dei "paesi sviluppati" con valori che vanno da 540% al 670%. Prima dell'Italia
si trovano anche: Regno Unito (430%), Francia (400%), USA (330%). L'Italia
(311%) è seguita dalla Grecia (304%) e dalla Germania (236%).
A dicembre 2019
21
Il dollaro rappresenta il 42% delle transazioni (pagamenti)
mondiali, l’Euro il 32%, la sterlina il 7%, il renminbi il 2%. Lo squilibrio tra
debito e riserve degli USA rispetto alla Cina è nipote degli accordi di Bretton
Woods del ’44 e figlio dell’accordo OPEC (fondata nel 1960) che ribadì
l’utilizzo del dollaro come valuta di scambio delle forti energetiche fossili.
19 Più di 30 milioni di US$ investibili 20 Fonte IMF - ottobre 2019
21 Fonte swift

9
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
Ancora oggi il 99% delle transazioni energetiche sono fatte in dollari USA. Il
dollaro resta ancora oggi la principale valuta di riserva mondiale.
Focus su Trasporto navale
Il costo del trasporto marittimo, che fino agli anni 70 costituiva il 60% del costo
finale di una merce, oggi incide per meno dell’8%. Trasportare un container
dalla Cina a Genova costa 1500 euro. Con lo stesso costo (via camion) si va
da Genova a Monaco di Baviera. Solo con la marginalizzazione del costo di
trasporto la globalizzazione commerciale è potuta esplodere. Tanto che la
Cina è l’unico Stato del pianeta che ha costituito un fondo sovrano con il
commercio e non con le fonti fossili. Fondo sovrano che le ha permesso di
essere oggi il primo creditore degli USA e di tenere in sicurezza il renmimbi.
La domanda di beni a basso costo (rispetto a quelli prodotti nelle economie
mature) ha portato al forte aumento della domanda di navi con sempre
maggior tonnellaggio. Il volume trasportato aumentando più velocemente della
potenza richiesta per trasportarlo
22
ha portato al gigantismo navale. Dalla metà
degli anni 80 alla crisi del 2008 sono state costruite moltissime navi sempre
più grandi di cui molte nel sud est asiatico. Oggi più del 90% delle navi
commerciali per trasporto container e bulk carrier (rinfusiere) sono costruite lì.
Nel periodo pre-crisi Lehman Brothers sono nate molte piccole e medie
compagnie armatoriali. Con la crisi i grandi armatori hanno acquisito i piccoli.
Oggi il 90% del traporto marittimo via container è gestito da 3 principali
alleanze: la 2M, The Alliance, Ocean Alliance. Questo determina una forte
concentrazione (anticoncorrenziale?) con la possibilità di fare un “cartello
mondiale”. Fino ad oggi le compagnie marittime sono state esentate dalle
norme sulla concorrenza dell'UE. A Bruxelles si sta discutendo se prorogare
questa esenzione. L'agenzia del governo federale USA (la Federal Maritime
Commission)
ha invece promosso il valore delle alleanze fra vettori, affermando che non danneggiano la concorrenza e il mercato.
23.
22 Il volume cresce con il cubo della dimensione, la resistenza con il quadrato
23 A tal fine si possono utilizzare scrubber a monte del camino oppure utilizzare carburante a basso contenuto di zolfo. Questo carburante costa molto di più del vecchio bunker e oggi le navi senza scrubber viaggiano più piano per non aumentare i prezzi di trasporto.

Dal primo gennaio 2020 è diventata cogente una norma mondiale per
abbattere l’emissione di ossidi di zolfo nel trasporto navale. Ciò è avvenuto in
quanto un’agenzia dell’ONU (l'IMO - International Maritime Organization) sulla
base della Convenzione Internazionale MARPOL, ha emanato una norma che
limita le emissioni di zolfo nelle emissioni
10
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
Per i paesi dell'UE il peso del commercio con i paesi esteri via mare raggiunge
il 55% ma gli scambi tra i tre blocchi (Nord America, UE, Cina e sud est
asiatico) avvengono in maniera quasi esclusiva via nave.
Le vie marine, a differenza di quelle terrestri, non hanno bisogno di manutenzione e da sempre il controllo del mare è stato alla base del commercio. La più grande marina militare del mondo è stata per molti anni quella statunitense ma oggi la Cina ha un numero di navi militari superiore a quello USA24. Gli Stati Uniti continuano a dominare sulle portaerei e sui cacciatorpedinieri ma hanno meno sommergibili dei cinesi. Già oggi la Cina ha affermato il suo controllo nel mar cinese meridionale. La contrapposizione di interessi si dispiega tra dottrina statunitense del "pivot to asia" e quella dello "string of pearls" cinese. La realizzazione della base cinese a Gibuti ne è un tassello. Il controllo del mare è strategico anche per le infrastrutture sottomarine di trasmissione dati. D'altronde anche la semantica ci aiuta a capire le affinità tra mare e il web. Navigare e "to surf the net" ne sono un esempio. Liquido il mare, liquido il web.
La sfida talassoctatica è ancora in corso.
Focus su le "sette sorelle" del WEB
La mappa delle società più capitalizzate al mondo vede
: Apple (1,37 trillion
US$); Microsoft (1,36); Amazon (1,04); Alphabet (1,02); Facebook (0,6);
Alibaba (0,57); Tencent (0,49). Gli utili netti
26
generati globalmente dalle nuove
“sette sorelle” (in omaggio a Enrico Mattei) nel 2018 sono stati di 164 miliardi
di dollari. La sede fiscale delle 2 cinesi sono le isole Cayman. Le aziende
statunitensi (con l’eccezione di Microsoft) hanno la sede nel Delaware.
Entrambi sono paradisi fiscali. Come riporta Mediobanca alcuni strumenti
come il cash pooling e la tesoreria accentrata sono usati per pagare l’80%
delle tasse nei paesi a “fiscalità agevolata”. Queste aziende generano alti
profitti per ogni dipendente
27
: Facebook (621 mila US$) Apple (540 mila US$),
Alphabeth (321 mila US$). Numeri paragonabili solo al gigante petrolifero
Saudi Aramco (1452 mila US$). Dall’altro lato della barricata troviamo Walmart
che con i suoi 2,2 milioni di dipendenti genera 3000 US$ di utili cadauno. Il
loro vero asset sono i dati che gli utenti forniscono loro in maniera più o meno
consapevole. Il comportamento dei Big Tech è "trasverso": la proprietà dei dati
immessi resta degli utenti ma loro si riservano il diritto di usarli. È questa
24 Fonte: Global Firepower 2020
25 Dati al 20 febbraio 2020
26 A valle del pagamento delle tasse. Fonte: Fortune 500 - 2019 27 Fonte: Fortune 500

11
25
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
enorme quantità di dati che permette la profilazione degli utenti che diventano
il prodotto che viene venduto a terzi. Oggi anche i dati fisici (dall'impronta
digitale al volto) vengono forniti per accedere ai servizi facendoci diventare
sempre di più un anonimo insieme di codici.
I giganti del web stanno implementando la loro potenza entrando anche nel
settore dei servizi finanziari. Amazon, Google, Facebook, hanno attenuto la
licenza bancaria in Lussemburgo, Lituania, Irlanda anche se il loro
posizionamento, ad oggi, sembra sia inquadrabile in quello di intermediario tra
clienti e banche. In questo modo acquisiscono sempre più fiducia dagli
utilizzatori dei loro sistemi senza sottostare alle rigide regolamentazioni del
sistema bancario. I dati che acquisiscono in questa operazione profilano
sempre di più gli utenti per offrirgli servizi sempre più personalizzati. Già oggi
le “sette sorelle” utilizzano i loro sistemi per i pagamenti P2P
. Apple Pay è lo strumento di pagamento digitale più utilizzato al Mondo seguito da Google Pay. In Cina Wechat, lo strumento di messaggistica di Tencent, ha oltre un miliardo di utenti. Nel sistema è incorporato Wechat Pay che permette di
pagare appoggiandosi a banche cinesi. Alibaba
crediti alle PMI basandosi su algoritmi di intelligenza artificiale e sui big data. I
già 4 anni fa ha fondato una
banca (Mybank) che opera senza alcuna filiale ma solo in cloud. Mybank dà
tempi di istruttoria della pratica e dell’erogazione del prestito sono contenuti in
una media di 180 secondi. Ad oggi sono stati concessi prestiti alle PMI cinesi
per valori di 110 miliardi di dollari e con sofferenze contenute nell’1%.
L’equivalente cinese di Paypal, Alipay ha raggiunto il miliardo di utenti/clienti.
Amazon Landing dal 2011 concede prestiti alle PMI che vendono prodotti
tramite le loro piattaforme. Ha già siglato un accordo con Bank of America e
ne sta per siglare un altro con Goldman Sachs. I 5 milioni di aziende che
usano Amazon potranno quindi utilizzare Landing per ottenere prestiti. Alibaba
è entrata in Europa per contrastare Amazon sul e-commerce con la sua
piattaforma Aliexpress fornendo servizi low-cost che stanno attraendo molte
piccole aziende. La piattaforma indiana di e-commerce PayTM, che ha 350
milioni di utenti, è partecipata per il 42% da Alibaba.
L’annuncio a giugno dello scorso anno da parte di Facebook del lancio della
criptovaluta Libra (gestita da una società separata di nome Calibra la cui sede
operativa dovrebbe essere in Svizzera) ha destato molto clamore. Libra si
colloca nel ramo delle stablecoin ovvero delle valute digitali che hanno alle
spalle degli asset reali che ne garantiscono il valore (nel caso di Libra non
sarà ancorata a dollaro o euro ma ad un paniere di depositi su vari mercati
12
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
valutari). Questo per evitare la volatilità tipica delle criptovalute come per
esempio Bitcoin (per il cui utilizzo nel 2020 si utilizzeranno 70 TWh pari al
consumo annuale del Cile). Facebook ha 2,5 miliardi di utenti in tutto il modo
che potrebbero usare Libra come moneta di scambio. Durante l’audizione al
Congresso,
ha dichiarato: “
Zuckerberg Libra sarà sostenuta principalmente da dollari e credo che estenderà la leadership finanziaria americana, nonché i nostri valori democratici e il controllo in tutto il Mondo”. Parole che dovrebbero preoccupare tutti coloro che gestiscono la res-publica.
stanno preparandosi ad entrare anche Amazon e Google. JP Morgan ha
Nello stesso campo
messo in campo uno stablecoin chiamato JPM Coin che è ancorato al dollaro
ed usato solo per i clienti business in fase di transazione, per poi essere
riconvertiti in dollari. Di fronte all’entrata dei big tech nel campo delle monete
virtuali alcuni Stati stanno prendendo contromisure. In Cina il governo vuole
introdurre una valuta digitale pubblica emessa dalla banca centrale che
funzionerebbe come Alipay. In Svezia hanno iniziato i test della E-Corona una
valuta digitale emessa dalla banca centrale. La BCE ha annunciato un
progetto analogo a quello di Facebook chiamato Eurochain. Come Libra,
Eurochain sarà un sistema centralizzato antitetico rispetto a quello
decentralizzato tipo Bitcoin.
Anche nel campo sanitario i movimenti degli OTT sono in corso. Google ha
sottoscritto un accordo con Ascension, la seconda catena di ospedali e
cliniche più grande negli USA (2600 plessi), per monitorare i dati di 50 milioni
di cittadini. Questi dati sono implementati con altri sistemi di misura in campo
(come FitBit) e poi stoccati su Google Cloud ed “affidati alle cure” di sistemi di
IA e apprendimento automatico
28
.
Tutto il sistema del web si appoggia su una infrastruttura composta: a) dalla
rete elettrica che costituisce l'infrastruttura abilitante (ovvero l'alimentazione);
b) la rete di cavi sottomarini e terrestri su cui si muove il 97% dei dati; c) i
ripetitori del segnale per l'utilizzo degli smartphone; d) i datacenter in cui sono
allocate le piattaforme Cloud per lo storage dei dati.
La spesa globale per infrastrutture Cloud è salita da 5 a 100 miliardi di US$/anno in dieci anni con un andamento esponenziale. I giganti in questo settore, in ordine di fatturato, sono: Amazon, Microsoft, Google, IBM, Alibaba, Salesforce e Tencent. IBM e Salesforce sono molto forti in specifici settori di mercato mentre gli altri dominano nel public cloud controllando i tre quarti del mercato totale. I ricavi complessivi dei sette “nuvolari” ammontano a 97
28 Google ha acquisito Deep Mind una potente start-up su IA e Machine Learning con sede in Gran Bretagna. 13
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
miliardi di US$ nel 2019. I datacenter sono ridondati in varie parti nel mondo sia per un motivo di sicurezza sia per diminuire la latenza ed offrire soluzioni più smart per gli utenti.
La rete di cavi sottomarini si estende per oltre 1,2 milioni di chilometri (tre volte la distanza Terra-Luna) ed è in gran parte di proprietà di consorzi di aziende telefoniche ma i big player hanno posato cavi per liberarsi da vincoli di utilizzo di cavi altrui. Amazon non ha posato cavi ma ha recentemente lanciato il progetto Kuiper che prevede la messa in orbita di 3236 satelliti a bassa quota per collegare anche le zone più remote del globo. In questo modo Jeff Bezos pensa di realizzare la “sua” infrastruttura globale.

Insomma al dominio sui dati si aggiunge quello sulle infrastrutture. Sia quelle dove gli stessi vengono stoccati (cloud) sia su quelle di trasporto per svincolarsi anche dai limiti della movimentazione via terzi a lunga distanza tra i continenti.
L'ultima frontiera su cui i giganti del web stanno lavorando è quella dell'intelligenza artificiale. I sistemi di apprendimento automatico richiedono enormi quantità di dati, dati che loro hanno. Ai GAFAM statunitensi fanno da contraltare i BAT29 cinesi. Alcuni di questi strumenti sono già entrati nella vita quotidiana delle persone. Basti pensare agli assistenti virtuali come Alexa (Amazon), Google Home, Xiaowei (di Xiaomi integrato in Wechat di Tencent), AllGenie (Alibaba) ed agli assistenti vocali come Siri (Apple) e Cortana (Microsoft). L'utilizzo di questi strumenti da parte delle persone non fa altro che allenarle30 a diventare sempre più capaci e performanti aumentando il senso di soddisfazione da parte degli utenti. L'integrazione dell'internet delle cose (IoT) con gli assistenti virtuali contribuisce ad aumentare a dismisura il volume dei dati. La domotica è già oggi integrata nei sistemi virtuali degli OTT31. Da remoto si può gestire casa e persino ricevere la spesa direttamente in frigo.
Focus – effetti virali
La pandemia ha portato ad un periodo di forte frenata della produzione in Cina
in cui molte aziende hanno sedi operative. Frenata che si è poi estesa a tutto il
mondo. La Cina produce molti oggetti che entrano a far parte dei prodotti
occidentali e la sospensione della produzione di alcuni componenti blocca la
29 Ad Alibaba e Tencent si affinca Baidu. Un motore di ricerca che è l'equivalente cinese di Google. 30 Machine Learning
31 Over The Top – Le aziende regine del mercato azionario

14
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
produzione in altre aree del mondo. Mentre la Cina sta ripartendo
, il blocco
della produzione si è esteso nelle aree di assemblamento finale. Questo ha
determinato una frenata nell’offerta.
Sul fonte della domanda tutte le materie prime ne sono colpite: le scorte
aumentano ed il prezzo scende. Il forte abbassamento della richiesta di
prodotti petroliferi ne fa abbassare il prezzo mettendo in ulteriore crisi i
frackers statunitensi. I produttori di minerali non ferrosi cinesi chiedono l’aiuto
del State Reserve Bureau
33
. Il trasporto marittimo, petroliere e portacontainer,
subisce la conseguenza sia del fermo produttivo che del fermo “energetico”
facendo crollare il costo di trasporto. Le petroliere vengono usate come
“stoccaggio galleggiante” per sostenere la domanda. Lo sfasamento
temporale del contagio tra l’oriente e l’occidente non dà sbocco alla
produzione asiatica in ripresa, per mancanza di domanda.
Altresì per alcune produzioni
34
il sovrapporsi del contagio ha determinato uno
shock simmetrico tra oriente e occidente che accoppiato al fermo produttivo,
ha prodotto contemporaneamente carenza di offerta ed aumento di domanda
a livello globale.
La lunghezza della catena di approvvigionamento (supply chain), che è oramai
globale, porta alla luce le problematiche connesse alla sua rigidità in caso di
shock come quello attuale.
Per esempio un’autovettura è composta da 30000 pezzi. I fornitori OEM e Tier
sono fondamentali e basta che uno di questi produttori si blocchi per
fermare la produzione dell’intero veicolo. Nel settore automobilistico gli OEM
del Nord America dipendono di più dai tier 1 dell’area di Whuan rispetto agli
europei. Questo genera asimmetria produttiva tra aree geografiche. Anche a
livello continentale si evidenzia come l’interdipendenza sia forte nel settore
automotive. Esempio ne sia la catena di fornitura delle aziende italiane per le
case automobilistiche tedesche. Oppure il grande porto di Rotterdam in
Olanda (il più grande porto d’Europa) da cui transita moltissima merce da/a i
grandi paesi manifatturieri europei e che è un importante fonte di entrate per
quel governo. Questa considerazione evidenzia quanto le posizioni dei
cosiddetti Paesi del Nord nella discussione sugli eurobond sia illogica nel loro
stesso interesse.
32
135
32 McKinsey stima che al 24 marzo il 75% della forza lavoro era tornato in produzione rispetto al 20% del 18 febbraio 2020
33 Ente che gestisce le riserve strategiche di materie prime
34 Ad esempio: mascherine, guanti, respiratori meccanici, ecc

35 OEM (original equipment manufacturers), Tier 1 (compagnie che forniscono parti o sistemi agli OEM) 15
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
Nel nostro Paese (e non solo) si deve usare la ratio per agire. Flessibilità,
ridondanza e resilienza basate sull’analisi del rischio devono diventare
patrimonio delle imprese anche piccole e medie. Lo Stato può e deve
accompagnarle in questo percorso.
Il blocco della produzione svuota i magazzini dei beni materiali per mancanza
di offerta, il blocco della domanda riempie i depositi di materie prime per
eccesso di produzione.
Le scorte (il magazzino), che la politica dell’efficienza finanziaria legata alla
produzione “just in time”
36
che tende a diventare “on demand” ha ridotto
moltissimo negli ultimi trent’anni, sono scarse e questo aggrava ulteriormente
la situazione dell’offerta. L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nella
catena produttiva ne aumenta ulteriormente la criticità in quando la gestione
degli ordini, ai fornitori e subfornitori, è collegata in automatico alla domanda al
fine di minimizzare giacenze e scorte per tutti gli anelli della catena del valore.
La scarsa resilienza del sistema, dovuta alla scarsezza degli stoccaggi,
permette il contenimento della perturbazione solo per brevi periodi. Il
perdurare della crisi tende a generare forti fluttuazioni del sistema economico
portando ad una situazione di caos. L’equilibrio tra domanda e offerta, alla
base dell’ideologia del libero mercato, fallisce a causa di un microscopico
agente patogeno. Davide contro Golia.
Alcune catene di fornitura sono collegate ai bisogni primari della specie umana
e rappresentano quelle che non possono essere interrotte. Cibo e acqua al
primo livello, forniture (energia elettrica, gas, connettività) al secondo. Sul
secondo livello si attesta anche la catena sanitaria in tutte le sue componenti.
La catena logistica deve essere tarata per garantire in ogni caso le necessarie
connessioni al fine di assicurare il funzionamento dei sistemi fondamentali.
Il sistema di produzione nazionale deve quindi necessariamente essere in
grado di provvedere a garantire il funzionamento dei sistemi di primo e
secondo livello atti a soddisfare i bisogni primari
la necessita di ripartire da una base locale (filiera corta per cibo ed acqua) e
nazionale per forniture servizi alle abitazioni e servizi sanitari. Insomma tutto
37
. Questo porta ad aumentare
ciò che serve all’animale Uomo per sopravvivere. Naturalmente sopravvivere
nelle condizioni del XXI secolo.
36 Just in time (JIT) è una strategia aziendale atta ad aumentare la resa finanziaria tramite la riduzione, fino all’eliminazione, di tutte le forme di “spreco” che si realizzano all’interno della fabbrica e nei rapporti di fornitura. Per il JIT, lo “spreco” si colloca lungo tutto il processo produttivo. L’effetto è l’eliminazione dei magazzini intermedi La tecnica on demand amplifica ulteriormente il concetto del JIT
37 Secondo Maslow i bisogni primari sono legati alla fisiologia ed al tema della sicurezza qui coniugata come sicurezza alle cure come concepite oggi.
16
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
Oggi – il coronavirus come biforcazione38
Il sistema produttivo contemporaneo è sempre di più collegato alle capacità astrattive di una serie di persone (gli innovatori) che, utilizzando gli scarti della produzione capitalistica novecentesca, trovano nuovi modelli produttivi. Un’astrazione che individua connessioni tra segmenti di settori diversi per creare nuove catene del valore. Questo in fondo è quello che gli innovatori hanno fatto con l’estrazione di valore dai rifiuti materiali ed immateriali. In fin dei conti cos’altro sono i “big data” se non lo scarto di un’azione svolta da un utente della rete? I programmatori informatici sono al centro del sistema di trasformazione industriale. Sono loro che disegnano hardware, software, wetware39 e sono loro che progettano e realizzano gli strumenti stessi della produzione nell’era informatica. Un esempio è Israele dove la produzione del valore è connessa agli strumenti della produzione (software e brevetti) piuttosto che alla produzione stessa (industria). Innovazione che riguarda tutti i campi come la produzione di tessuto dagli scarti delle arance su cui è nata una start-up in Sicilia. Gli innovatori in era di virus sono anche coloro che utilizzano tecniche già esistenti per rispondere ad un’esigenza in tempi rapidi. Come i “makers”40 che hanno utilizzato le stampanti 3D per produrre valvole per i respiratori e per le maschere facciali. La rapidità di risposta è determinante. La crisi ha mostrato come la presunta adattabilità e velocità di risposta del sistema economico del libero mercato all’introduzione di una variabile incerta che determini instabilità associata a velocità di cambiamento, sia inefficace senza una risposta forte dello Stato. La gestione di una situazione caotica figlia di un evento imprevisto ha manifestato come per la individuazione e la gestione di soluzioni ottimali serva interdisciplinarietà. Per esempio: sociologia (per la fase di comportamento degli individui), economia (comportamento dei mercati), logistica (funzionamento delle catene di distribuzione), protezione civile (organizzazione delle varie vasi di emergenza), produzione industriale (risposta alla produzione per emergenza), competenze STEM41 (per la modellazione). Serve la
38 Nello studio matematico dell’andamento dei sistemi dinamici complessi è il luogo in cui un evento perturbante divide il futuro in due strade
39 Interazione cervello umano - software
40 Artigiani digitali

41 Dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics 17
conoscenze manifatturiere per affrontare le crisi del settore produttivo. La rete
biodiversità delle
delle PMI è patrimonio da supportare e rafforzare perché molto più elastica a
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
rispondere alla necessità di produzione in situazioni di emergenza ed è in
grado di riconvertirsi rapidamente.
Questa volta si è evidenziato come davvero “un battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas” per dirla come Lorenz42. In un sistema così interconnesso come quello dell’attuale storia umana la teoria del caos, già utilizzata nel campo della finanza, trova applicazione per analizzare una situazione di crisi. Naturalmente il database di analisi deve essere continuamente aggiornato perché la teoria stessa non è applicabile per analisi a lungo termine. Il virus è stato un evento “dirompente” ma di eventi dirompenti, alla luce delle connessioni globali tra paesi legati non solo dai trasporti di merci ma soprattutto da internet, ce ne possono essere molti. Eventi che mettono in crisi un sistema globale in cui ci sono molti nodi strategici infrastrutturali (che sia lo stretto di Malacca o lo snodo di Alessandria d’Egitto) e nodi comportamentali, il “sentiment” legato alla finanza globale che reagisce immediatamente ad una perturbazione. Solo tre anni fa il virus informatico Wannacry ha infettato computer in 150 Paesi nel tempo di poche ore. D’altronde viaggia sulla rete alla velocità della luce ed una pandemia informatica può avere effetti devastanti sull’ecosistema informatico globale al pari di un virus biologico per l’ecosistema animale.
La crisi ha anche evidenziato quanto sia importante l’economia reale piuttosto che la finanza.
È il sistema produttivo che difende l’uomo con le mascherine ed i ventilatori. È in sistema produttivo che sostiene l’uomo con il cibo e lo fa arrivare alle nostre case. È il sistema produttivo che realizza gli ospedali e le apparecchiature che ci sono dentro. Infine è l’Uomo, l’abnegazione degli esseri umani, che fa sì che tutto questo funzioni. Non la finanza. La finanza deve accompagnare ed agevolare
la produzione e non esserne il baricentro dominante.
42 Titolo della conferenza tenuta da Edward Lorenz (matematico del MIT) in una conferenza del 1972 43 Vito Volterra matematico e senatore del regno d’Italia
La crisi ci fa comprendere come sia l’economia reale, con al
centro il lavoro dell’uomo come recita l’articolo 1 della Costituzione, la base da
cui ripartire per una nuova stagione post emergenza. Una
definanziarizzazione del sistema economico è sempre più urgente e
certamente più utile al fine di perseguire obiettivi di lunga durata.
Con il perdurare della crisi si viene a creare un modello finanziario che
somiglia a quello che Volterra
43
utilizzò per descrivere predatore e preda.
Aumentando le società in difficoltà (prede) quelle forti delle loro posizioni
pregresse e nuovi attori finanziari (predatori) possono entrare nel mercato per
fare shopping a prezzi d’occasione. In questa fase critica aumenta il numero
18
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
delle prede e subito dopo aumenterà il numero dei predatori. In questo senso
sono necessarie azioni di scudo più forti di quelle che sono utili in una fase
non perturbata. Le azioni di rafforzamento del golden power nazionale vanno
in questa direzione così come l’intervento dello Stato nell’economia
relativamente ai settori strategici.
Questa crisi ha evidenziato come una maggior pianificazione economica nei settori strategici sia utile in fase di perturbazione per reagire rapidamente ed organizzare il percorso futuro. Come dicono i makers ci sono tre piani d’azione: piano A (il governo produce direttamente tramite le sue controllate o impone la trasformazione industriale al settore privato); piano B (le industrie si trasformano per produrre); piano C (organizzazione spontanea di cittadini, artigiani e makers, con piccole aziende di supporto). Dal punto di vista matematico siamo in una biforcazione di Hopf. Può essere supercritica o subcritica ovvero può portare ad una nuova situazione di stabilità o ad una di instabilità. La scelta di quale strada prendere dipenderà da quanto la “spinta attrattiva”44 del genere umano verso un nuovo umanesimo sarà forte. Se non sarà sufficiente andremo incontro al buio.
La vecchia logica della scarsità di un bene per renderlo merce di alto valore ha, insieme ad altri fattori, portato al depotenziamento del sistema sanitario del Paese. Una sanità pubblica depotenziata aumenta il valore economico delle cure offerte dal settore privato. È sempre la domanda della legge e dell’offerta. Lunghe liste d’attesa nel pubblico producono la disponibilità a pagare un prezzo nel privato salvo poi ricorrere al pubblico per il pronto soccorso e tutti i settori che hanno maggior costo e poca redditività Per non parlare della differenza tra aree geografiche diverse sia dentro il Paese che in Unione Europea. Nel primo caso i diversi sistemi sanitari regionali (con tutte le falle che hanno mostrato) sono l’antitesi di quel concetto di Nazione che è alla base del comune sentire di un popolo. Nel secondo caso la contrapposizione produttiva tra nord e sud dell’UE sembra la riproposizione della vecchia questione meridionale italiana di cui si discute da più di cento anni.
Davanti a noi c’è la necessità di immettere nel sistema una grande quantità di denaro che conseguentemente aumenterà il debito pubblico. Questa
44 L’attrattore (in senso matematico) che porta ad una nuova situazione di stabilità 19
La crisi ha evidenziato come la pura logica del costo (come ad esempio la
localizzazione della produzione di mascherine in Cina) produce minor prezzo
nell’ordinario ma gli effetti di sospensione della produzione (per irreperibilità
della risorsa) produce costi economici e sociali ancora più forti.
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
generazione si dovrà assumere la responsabilità di indebitare ulteriormente le prossime generazioni. Questa generazione dovrà conseguentemente prevedere forme di solidarietà intergenerazionale che possono essere individuabili in strumenti come la dotazione di un capitale da assegnare a tutti al momento del raggiungimento della maggiore età oppure a sistemi di contribuzione progressiva non solo in funzione del reddito ma in funzione del tempo. Insomma strumenti che possano ridurre la difficoltà connesse al raggiungimento dell’uguaglianza di opportunità tra generazioni tanto cara al pensiero liberale.
La logica della scarsità di un bene, spesso collegata all’accentramento in poche mani, è pratica ripetuta nella storia. Nel XIX secolo era la proprietà della terra (campi), nel XX la detenzione della produzione (fabbriche), nel XXI è quella intellettuale (brevetto-copyright). La logica di base è la stessa e basata sulla scarsità del bene rispetto alla platea degli utilizzatori45. Gli articoli 27 (commi 2 e 3) del TRIPs46 prevede eccezioni alla brevettabilità in alcune aree di pubblico interesse. Gli Stati firmatari devono arrivare a stabilire che in situazioni di pandemia (biologica od informatica)
.
Alla logica della scarsità e della proprietà si contrappone la tendenza alla

cooperazione a cui stiamo assistendo in questa fase critica. Dai progetti di computazione distribuita per lavorare sulle proteine del virus47, ai sistemi open source che si sviluppano, ai sistemi di libera circolazione delle idee con paper scientifici pubblicati anche prima che siano sottoposti a peer review, agli open data per condividere idee e conoscenze.
La crisi ha evidenziato con maggior forza quanto sia importante che i dati siano a disposizione dell'Umanità piuttosto che dei giganti del web. Gli Stati o le loro aggregazioni devono avere il controllo dell'infrastruttura di rete sia che siano i cavi in fibra sia che siano i datacenter dove i dati vengono stoccati, per
45 “La filosofia della proprietà intellettuale reifica il razionalismo economico come se fosse un tratto umano naturale” Wark McKenzie
46 The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights (Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale)

47 La potenza di calcolo sia concentrata che distribuita è messa a disposizione della ricerca per trovare una soluzione in fase di emergenza. Lo stanno facendo l’INFN ed il Cineca (in Italia) ed anche il progetto di calcolo distribuito Folding@home della Stanford University (che ha recentemente raggiunto la potenza di 2,4 Exaflops diventando quindi il più potente calcolatore del mondo) lavorando sulle proteine a livello atomico.
contributo degli stati aderenti) o da un fondo apposito da istituire presso
non deve intervenire il diritto
d’autore. Chi trova la “cura” può essere ricompensato dall’OMS (mediante
l’ONU. Tutti gli attori pubblici e privati devono poter produrre il farmaco senza
dover pagare il costo delle royalties
20
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
giungere ad una sovranità sui dati. Sovranità che deve essere nella disponibilità di tutti i cittadini.
La crisi ha evidenziato sempre di più come la cooperazione sia la strada maestra per immaginare ed attuare una società più in linea con l’Uomo, le sue necessità, i suoi bisogni, le sue speranze, i suoi sogni.

Da oggi a domani
Si presenta all’orizzonte l’esplosione di alcune tecnologie che possono
cambiare il destino degli esseri umani. Non si sa se in meglio o in peggio.
Intelligenza artificiale (IA), computazione quantistica, nanotecnologie,
criptovalute. L’esplorazione di queste tecnologie pone una serie di dubbi ai
quali l’Uomo deve provare a rispondere. Quali stravolgimenti sociali può
provocare l’utilizzo massiccio di queste tecnologie? L’elevatissimo livello di
specializzazione necessario per maneggiare queste tecniche tende ad
aumentare il livello di potere delle classi dominanti costituite da sempre meno
individui con sempre maggior potere. Un’espansione della tecnocrazia
privatizzata che rischia di vedere gli Stati come spettatori.
Già oggi l’IA ha dispiegato alcuni effetti sociali come quando JP Morgan ha
licenziato 700 avvocati per sostituirli con un software oppure quando Deutsche
Bank, per voce di Mark Matthews, ha dichiarato che gli strumenti di
apprendimento automatico hanno contribuito a risparmiare 680.000 ore di
lavoro manuale
48
. La grande mole di dati disponibili permette l'interazione con
umani a livelli sofisticati. Già oggi sistemi come AlphaGo di Google sono in
grado di battere un uomo al gioco del Go
49
ed anche in altri campi le IA basate
sul silicio sono più capaci della loro controparte biologica basata sul carbonio.
È in corso da qualche anno una discussione sul se e quando (c'è chi dice mai)
un IA sarà capace di elaborare concetti tipici dell'Uomo. Una discussione che
deve tener conto, dal punto di vista meccanicistico, della capacità di
elaborazione cerebrale e delle velocità di trasmissione di informazioni al
cervello. Mente un cervello umano può stoccare 130 Tb di dati e
l'informazione (di cui i cinque sensi sono i recettori), tramite neurotrasmettitori,
viaggia a 100 metri al secondo, la capacità di stoccaggio di un sistema
hardware può essere molto maggiore e le informazioni (recepibili da sensori
che vanno molto oltre i sensi umani) viaggiano alla velocità della luce. A Roma
48 Fonte: Financial News
49 Antico gioco cinese in cui le permutazioni possibili sono state stimate in 2,03 x 10170 un numero più grande degli atomi dell’universo
21
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nel tempo in cui il cervello recepisce un calcio a un pallone un IA recepisce il
battito cardiaco di un uomo che corre a Dubai indossando uno smartwatch.
Come ha detto Stephen Hawking "L’ascesa della IA potrebbe essere la cosa
peggiore o la cosa migliore che può accadere per l’Umanità. Forse dovremmo
fermarci tutti per un momento e concentrarci non solo su come rendere
l’intelligenza artificiale più efficace, ma anche su come possa essere di
beneficio per l’umanità".
La computazione quantistica promette di ampliare a dismisura la potenza di
calcolo superando il codice binario e decriptando tutto le “comunicazioni
private” fatte sino ad oggi. L’accoppiamento con l’IA ne fa uno strumento
potentissimo.
Le tecnologie nanometriche (miliardesimo di metro) lavorano alla dimensione
della base della vita ovvero del DNA. Già oggi si sta lavorando sulla capacità
di utilizzare il DNA per stoccare dati informatici tanto che a giugno dello scorso
anno una start up con sede a Boston ha annunciato di aver trascritto su DNA
l’intero testo di Wikipedia.
Le criptovalute si diffondono tanto che alcuni dei giganti tecnologici hanno
lanciato l’idea di immettere nel mercato la loro valuta basata su sistemi stabili
(stablecoin) dalle fluttuazioni tipiche delle criptovalute. Considerando l’enorme
platea globalizzata di utilizzatori delle loro piattaforme i giganti hi-tech possono
spodestare gli Stati dalla sovranità monetaria creando un ulteriore
marginalizzazione degli stessi a favore della classe globalizzata dominante. La
nuova casta elitaria dei sacerdoti del web.
Sul campo ipertecnologico si gioca la partita tra i due giganti: quello
statunitense e quello cinese. All’epoca della guerra fredda la teoria della
MAD
50
impedì che una potenza prendesse il sopravvento sull’altra. Su queste
tecnologie il piano è diverso e non ci saranno due arsenali nucleari a fare da
contro bilanciamento. Il residuo atomico figlio dell’escalation degli anni ‘50-‘70
del novecento garantisce ancora oggi un ruolo alla Federazione Russa ed ha
creato, in uno alla grande disponibilità di risorse energetiche fossili, una
convergenza di interessi con il gigante cinese che tende a rendere molto forte
il blocco euroasiatico avendo superato le storiche diffidenze tra il regime
sovietico e quello maoista. Anche nel contesto della “difesa” si assiste alla
smaterializzazione degli strumenti di guerra. La riserva nucleare ha costi molto
alti in termini di sistemi di lancio e di manutenzione ma la sua efficacia
deterrente garantisce ancora oggi un consolidamento strategico. La fragilità
50 Mutual Assured Destruction 22
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dei sistemi di distribuzione elettrica che costituiscono il sottostante della fibra
ottica (sia transoceanica che terrestre) e quindi del web, costituiscono il
campo in cui si concentrano i nuovi sistemi di offesa/difesa. La cyberguerra
viaggia silenziosa al riparo dagli occhi della moltitudine dei cittadini. In questo
quadro (ovviamente non esaustivo) tecnologico l’Uomo diventa sfocato e
nell’imperante sistema liberista rischiano di diventarlo anche gli Stati. La
soluzione non è ovviamente diventare tutti luddisti (non dobbiamo avere paura
della tecnologia) ma dobbiamo sempre di più domandarci come metterla al
servizio dell’Uomo. La storia delle trasformazioni tecnologiche connesse alla
rivoluzione industriale che inseriva sistemi robotizzati nelle catene di
montaggio, ha portato anche benefici alle condizioni di vita della classe
operaia. Basta pensare al comparto della verniciatura nel settore della
produzione automobilistica (tutela della salute) o a quello del comparto
saldature o della movimentazione merci (tutela della sicurezza sul lavoro).
L’insieme dei cittadini “non dominanti” deve chiedere a gran voce che su
queste tecnologie potenzialmente “disruptive” si vada oltre l’approccio del
mercato e siano rese aperte e disponibili all’Umanità. Abbiamo bisogno di un
nuovo umanesimo, in cui al centro del sistema ci siano le grandi masse
parcellizzate che oggi spesso lottano tra di loro per cercare di non andare ai
margini della società.
Nel frattempo che il futuro diventi l’oggi la produttività lavorativa aumenta a
dismisura e la ricchezza prodotta dal lavoro si allontana sempre di più da
quella prodotta dal capitale. L’immissione sul mercato dei nuovi lavoratori
espulsi, oltretutto a sempre più alta scolarizzazione, produce maggiore
pressione competitiva e quindi un abbassamento del costo del lavoro. Questo
avviene soprattutto in quelle società a industrializzazione matura che finora
hanno assorbito i lavoratori ad alta specializzazione. La fascia del disagio
tende ad ampliarsi creando nuova domanda di giustizia sociale.
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LE TESI
in cui i tecnocrati, completamente
La “volontà collettiva” parte dalla capacità di ascolto che presuppone l’umiltà
del decisore politico di accettare una tesi diversa da quella che ritiene giusta
superando la dissonanza cognitiva tra quello che i gruppi sociali gli chiedono
di fare e quello che lui ritiene giusto fare.
È da evitare un nuovo elitarismo
scollegati
dal popolo, indirizzino le loro strategie d’azione verso direttrici che perseguano
un andamento “as usual” a favore di gruppi portatori di interessi specifici.
Interessi che spesso divergono dalle istanze che provengono dalla base
sociale maggioritaria. L’aggregazione della domanda si dovrà basare sul
massimo comun divisore delle istanze sociali dei gruppi di cittadini figli della
disgregazione sia della vecchia classe operaia che della borghesia. Gruppi di
cittadini che riuniti insieme costituiscono il blocco sociale (la classe) di coloro il
cui reddito proviene principalmente dal lavoro (che sia quello da dipendente o
da professionista, artigiano, commerciante, piccolo imprenditore non cambia la
sostanza). Nella definizione degli obiettivi e nelle risposte che la Politica si
trova a dare si dovrà necessariamente tener conto dell’evoluzione tecnologica
che sempre più pervade e pervaderà la vita delle persone. La sintesi finale
dovrà essere trasformata in azioni che concretizzeranno la volontà espressa.
In questo documento si sono sviluppate solo alcune delle azioni tra quelle
contenute nelle tesi ed in parte nella sezione di analisi.
Tesi su: STATO E UNIONE EUROPEA
Nel 1835 Giuseppe Mazzini definì la Nazione come un insieme di persone che
riconoscono uno stesso principio, e si avviano, sotto la scorta d’un diritto
comune, al conseguimento di un medesimo fine”. Sulla base di quei principi la
parola Nazione, espressa come comunità di individui che si riconoscono nei
diritti e doveri costituzionali, deve riprendere il suo significato originario
superando quello di un’entità spaziale, figlia della unificazione ottocentesca
operata dalle borghesie, e coagulata su base identitaria (stessa lingua,
religione, radici). È sulla base della capacità di controllo delle proprie
condizioni di esistenza, sulla condivisione di un progetto comune, sulla “res-
publica”, che i cittadini si sentono appartenenti ad una comunità nazionale.
Partendo da qui è possibile tracciare le azioni che lo Stato, espressione

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politica della comunità nazionale, può e deve mettere in campo per
contrastare le forze disgregative della società.
In un mondo così globalizzato, cosi oligarchizzato, cosi disuguale, gli Stati
devono riprendere un ruolo propulsivo. La logica del libero mercato non ha
prodotto quell’equilibrio che era alla base delle dottrine del “mercato che si
autoregola”. Le tre parole deregulation, privatizzazione, e taglio alla spesa
sociale tanto care alla scuola di Chicago e messe in pratica nel periodo
Thatcheriano-Reaganiano, si sono dimostrate fallimentari in merito al
contenimento delle disuguaglianze che sono aumentate piuttosto che
diminuite.
Anche l’intervento statale mediante il sistema di regolazione (azione ex ante)
in uno alla tutela della concorrenza (azione ex post) si è dimostrato
insufficiente a contenere l’incremento di disuguaglianza come dimostrano i
dati riportati nel focus sulle disuguaglianze.
Lo Stato deve tornare ad assumere un ruolo di indirizzo strategico attraverso
un’inversione di tendenza rispetto al ciclo di privatizzazioni degli anni 90. In
questo senso si può inquadrare la scelta di investire direttamente in quei
settori strategici verticali in cui la mano pubblica può anzi deve entrare nella
produzione di valore. Il settore delle infrastrutture non replicabili, in particolare
di quelle a rete, deve essere saldamente in mano pubblica. La perdita
tecnologica connessa all’acquisizione di industrie operanti nei settori strategici,
da parte di capitale estero, deve essere oggetto di un sempre più alto controllo
da parte del governo. Lo Stato deve tendere in generale a ridurre la
dipendenza dall’estero massimizzando l’uso delle risorse locali e le pratiche di
riuso, riciclaggio, recupero. Non per raggiungere una condizione autarchica
ma per implementare la produzione interna, aumentare il livello di sicurezza
agli shock provenienti dall’estero, aumentare l’occupazione. Insomma lo Stato
deve tornare ad avere un ruolo non marginale nella pianificazione,
programmazione e coordinamento dell’economia. D’altronde questo è
l’indirizzo del secondo e terzo comma dell’articolo 41 della costituzione
“L'iniziativa economica privata ... non può svolgersi in contrasto con l’utilità
sociale... La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché
l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a
fini sociali
In questo contesto non si può sottacere il rapporto tra Stato ed Unione
Europea.
25
”.
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Ancora una volta la semantica è stata indice della deriva neoliberista. La calda dizione “Comunità” del trattato di Roma51 era figlia dell’età dell’oro, come la definì Hobsbawm, del momento storico in cui i diritti sociali erano al centro del campo di azione degli Stati. Il trattato di Lisbona52 fa scomparire la parola comunità sostituendola con quella più fredda di Unione prendendo atto del nuovo corso neoliberista.
Semplificando si potrebbe dire che si è passati dai diritti degli Uomini ai doveri del Mercato. Ciononostante restano molti passaggi importanti. L’articolo 3 del trattato istitutivo dell’UE cita “'l’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente”. L’articolo 9 del trattato sul funzionamento dell’UE cita “Nelle sue azioni l'Unione mira ad eliminare le disuguaglianze”. In questo ambito le azioni messe in campo hanno privilegiato il tema “competizione” rispetto a quello della “piena occupazione e del progresso sociale” oltre che all’”eliminazione delle disuguaglianze”. Il mantra della competizione ha prodotto un andamento dei valori di disponibilità economica pro capite (espressa in termini di parità di potere d’acquisto) in cui la direttrice austro- tedesca spicca rispetto alle altre aree periferiche. Il surplus commerciale della Germania ha influito sugli squilibri intracomunitari spingendo alla marginalizzazione i Paesi periferici che si sono indirizzati a diventare subfornitori del mercato più forte. Uno degli esempi che riguarda l’Italia è il settore dell’automotive dove tutto l’indotto che lavorava per la Fiat (oggi trasferita fiscalmente nel paradiso fiscale Olandese) prosegue la sua attività al servizio dell’industria tedesca. Il valore aggiunto si è spostato verso un altro Stato dell’Unione. Se l’Unione Europea vuole avere un senso in linea con le sue aspirazioni iniziali (quando si chiamava Comunità) deve avere il coraggio di accelerare rapidamente nella sua capacità di offrire condizioni di vita compatibili con la giustizia sociale dei suoi cittadini. Le politiche di austerità non hanno prodotto posti di lavoro, nè aumentato i redditi, nè incrementato i consumi. I cittadini si sono sentiti solo più instabili, insicuri e poveri. C’è bisogno di un cambio di passo. In primo luogo bisogna spostare l’attenzione dalla competizione intra UE a quelle extra UE. La decisione dell’UE di investire
51 Siglato nel 1957 52 Siglato nel 2007
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negli IPCEI53 permettendo agli Stati di cofinanziare l’industria nei settori strategici, va nella giusta direzione. Superare la dizione di un’economia di mercato (interno) fortemente competitiva evita di affrontare ad armi spuntate la competizione extra-UE. Sul fronte interno persino la Germania non può non capire che l’egemonia che esercita sul mercato dell’Unione, provocando un impoverimento dei Paesi periferici, porta ad un indebolimento complessivo dell’Unione che rischia di perdere la partita globale. Ampliando la visuale, il
riequilibrio ad oriente del vecchio asse euroatlantico può essere per i paesi
europei un’opportunità solo se sapranno capire che l’inazione, in un sistema
che cambia velocemente è il peggiore dei mali. I veti ed i controveti per
difendere posizioni di forza nel mercato interno porta alla sconfitta di tutti.
L’Europa se vuole giocare la partita globale deve correre. Deve correre e
difendersi. I dazi devono servire a equilibrare i differenziali di costo dovuti a
diversità di norme ambientali, fiscali e condizioni salariali, con gli attori esterni
che vendono merci e servizi sul mercato interno. Per i servizi digitali bisogna
che i dati dei cittadini e delle imprese dell’Unione siano allocati in datacenter
ed in un sistema cloud di aziende europee. Di più, di aziende partecipate dagli
Stati dell’Unione. È necessario fare in modo che le grandi trasformazioni,
come il green new deal, portino vantaggio ad aziende intracomunitarie. Un
esempio da non ripetere è connesso alla tassazione indiretta (componente A3
della bolletta elettrica) utilizzata per incentivare il fotovoltaico che ha
“finanziato” l’industria asiatica visto che i pannelli fotovoltaici sono prodotti per
l’85% in asia (la sola Cina detiene oltre il 70% della produzione mondiale). La
transizione verso la mobilità elettrica basata sulle batterie al litio rischia di
andare nella stessa direzione visto che la Cina detiene il 75% della produzione
delle celle
54
. Anche sull’idrogeno (utilizzabile al posto delle batterie) la Cina
corre avendo messo in produzione celle elettrolitiche alcaline che hanno un
costo di prodotto finale (l’idrogeno) sei volte inferiore a quello europeo e
statunitense. La competizione globale non aspetta la vecchia Europa.
Non possiamo permetterci che grandi società extra UE vengano a scorrazzare nel nostro mercato facendo utili a spese dell’equilibrio sociale dei cittadini
dell’Unione.
Non si può competere con USA e Cina se la BCE non cambia i suoi obiettivi. L’art. 129 del trattato sul funzionamento dell’Unione dice che il sistema europeo delle banche centrali “
sostiene le politiche economiche generali nell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione
53 Important Projects of Common European Interest 54 Fonte: Bloomberg New Energy Finance
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definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea”. In tal senso le politiche di piena occupazione devono essere ricomprese nel mandato della BCE cosi come avviene per la FED statunitense. Le logiche di egoismo sociale devono essere sostituite da quelle di uguaglianza. L’UE non raggiunge i suoi scopi originari se: la competizione intra comunitaria è fatta su livelli di tassazione profondamente diversi; se non si attuano politiche fiscali che creano gettito al fine di attuare quel “pilastro sociale” che è uno degli scopi dell’UE. Solo così la percezione di un’«Unione dei parrucconi» diventerà la realtà di un’«Unione dei cittadini». Uno degli obiettivi da promuovere è l’eliminazione dei “paradisi fiscali intracomunitari” ed anche di quei Paesi che seppur non fanno parte dell’UE, sono geograficamente compresi in Europa. I paradisi fiscali costituiscono a livello globale un cancro che sottrare immensi capitali alla ridistribuzione a favore delle classi più disagiate. L’UE deve dare l’esempio: è necessario uniformare il livello minimo di tassazione principalmente nei confronti delle grandi aziende multinazionali. Se una società ha la sede in un paradiso fiscale ne deve essere impedito l’accesso al mercato dell’Unione. Come ricorda Stiglitz per garantire giustizia sociale il livello di tassazione per i grandi gruppi sovranazionali non può essere fissato al disotto di un determinato valore55. Valore che deve essere sufficientemente alto da garantire un’equa ridistribuzione dall’alto verso il basso.
In buona sostanza la libertà economica deve trovare un equilibrio con la coesione sociale. Il riequilibrio tra alto e basso deve avvenire anche all’interno delle stesse aziende. In tal senso si potrebbe introdurre una differenziazione della contribuzione fiscale collegata al rapporto tra introiti del CEO56 e stipendio medio aziendale. In un sistema di economia sociale di mercato la diversa capacità delle persone può e deve essere riconosciuta ma nell’ambito di un range massimo e minimo. La vecchia regola morale Olivettiana può trovare nuovo vigore. Solo così si possono coniugare libertà ed uguaglianza. Come ci ricorda la Bibbia nel nuovo testamento agli atti degli apostoli57: “Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”.
55 Che lo stesso Stiglitz individua nel 25% 56 Chief Executive Ofifcer
57 Atti degli apostoli. Capitolo 4

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Tesi su: STATO E CITTADINI
L’articolo 21 della dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo recita: “Ogni
individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia
direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti”. D’altronde
l’articolo 29 aggiunge: ”Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella
quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”. Diritti
e doveri che insieme costituiscono l’ossatura del rapporto Stato-Cittadini. Se
nella dichiarazione dell’ONU i diritti sono espressi in senso verticale, i doveri
sono da attuarsi in senso orizzontale, verso la comunità. Più che in altre tesi di
questo scritto, in questa sezione dobbiamo intendere lo Stato in senso ampio
ovvero come l’intera filiera istituzionale della rappresentanza. Un riferimento
importante lo troviamo nell’articolo 118 della Costituzione: “Stato, Regioni,
Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei
cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale,
sulla base del principio di sussidiarietà “. La sussidiarietà orizzontale prevede
che i cittadini agiscano, in modo condiviso con i livelli amministrativi statali, per
il miglioramento della comunità. Un modello operativo che si basa su questo
principio è il partenariato istituzionale ed economico-sociale oltre al vecchio
modello cooperativo prima che fosse demolito dalle logiche finanziarie.
Ovviamente i sistemi economici che nascono dal basso non devono essere
impropriamente utilizzati per abbassare il costo del lavoro esternalizzando
servizi propri della pubblica amministrazione ma come strumenti
complementari in cui di fronte ad un’esigenza collettiva (soprattutto su base
locale) si permetta ai cittadini di organizzarsi in qualità di utenti/gestori di un
bene comune.
Questi strumenti permettono di riavvicinare economia ed etica facendo uscire la logica economica da quella finanziaria dominante in cui sono i soldi che attirano i soldi. La sintesi dell’economia civile, intesa come forma economica di giustizia sociale, sta nell’attivismo creativo dei soggetti in termini di sussidiarietà. Risulta improcrastinabile la prospettiva sussidiaria dell’ordinamento giuridico per l’economia che muova dal basso verso l’alto (bottom up) in grado di raccogliere i bisogni e le istanze delle persone, destinatari del bene comune, ovvero l’interesse generale, ponendosi a garanzia dell’organizzazione pluralistica e solidaristica della convivenza sociale ed economica nell’ambito dello Stato costituzionale58. Insomma una democrazia più partecipativa e meno rappresentativa.
58 Bruno Di Giacomo Russo. Dis-Uguaglianza e Stato Costituzionale. Campobasso 2015 29
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L’implementazione di strumenti di partecipazione popolare all’azione politica è
fondamentale per garantire un più stretto rapporto tra Stato e cittadino. In tale
senso si muovono l’ampliamento dell’istituto referendario, il maggior peso
delle leggi di iniziativa popolare, il dibattito pubblico sulle opere infrastrutturali,
la consultazione pubblica sugli strumenti pianificatori, il bilancio partecipativo a
livello comunale e tutti gli altri strumenti che danno ai cittadini la possibilità di
dire la loro e di incidere efficacemente nell’azione dello Stato.
L’azione concreta di cittadinanza riconduce a pensare alla
vecchia contrapposizione tra il bisogno e il merito59. La liberazione dai bisogni, individuata da Marx come riscatto delle classi sociali oppresse mediante la presa del controllo dei mezzi di produzione capitalistica, si scontra con il criterio meritocratico di derivazione liberale in cui ognuno può godere i frutti del proprio impegno senza limiti egualitari. La concezione liberale della “uguaglianza di opportunità” rende però i due concetti strettamente connessi. Non si attua concretamente il riconoscimento del merito e del valore in assenza di soddisfacimento dei bisogni che ne costituisce anzi presupposto
fondamentale. In tal senso l’articolo 34 della costituzione: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. I nemici comuni di merito e bisogno sono le disuguaglianze sociali derivanti da rendite di posizione ereditate in ambito familiare o consolidate all’interno del gruppo sociale di appartenenza. Familismo amorale60, clientelismo, parassitismo, rendita, corruzione, evasione ed elusione, commistione controllore-controllato sono nemici tanto dell’uno che dell’altro e vanno contrastati.
Nell’analisi gerarchica dei bisogni di Maslow uno dei bisogni più basilari è quello che nasce dalla sovrapposizione di stabilità e sicurezza. Se non interpretato correttamente questo bisogno porta all’attuazione di politiche reazionarie e conservatrici da parte delle forze politiche. La disgregazione sociale attuale porta ad una singolare convergenza di interessi delle classi lavorative a reddito medio-basso ma stabile (statali, dipendenti privati, piccole imprese monocommittente) che sentono la necessità di difendere quel poco (ma sicuro) che hanno perché percepiscono incertezza nel futuro. A ben vedere la loro situazione tende continuamente a peggiorare se si prosegue in
59 Il principio del merito trova riferimento negli articoli 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” e 36 “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro” della Costituzione.
60 Oggi Banfield forse userebbe l’espressione “amicismo amorale” basato sul primato della corte del potente di turno. Al di là del termine il significato era già allora esteso a coloro che perseguono obiettivi particolari a scapito di quelli generali.
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un andamento “as-usual”, ovvero conservatore. Questa incertezza deve trovare una risposta nell’azione di trasformazione che aumentando il livello di giustizia sociale possa portare ad una nuova e più forte condizione di stabilità. Questa trasformazione presuppone un nuovo patto sociale tra rappresentanti e rappresentati. I rappresentanti devono essere l’esempio di questa trasformazione. Sobrietà, umiltà, passione, abnegazione, competenza, concretezza, efficacia devono essere al centro del loro agire e del loro essere. I rappresentati, a partire dal blocco sociale maggioritario ovvero la classe dei lavoratori che spesso si trovano a combattere con la personale fatica quotidiana, quelli che si dividono tra il lavoro (fonte di reddito) e il supporto agli affetti (figli, genitori, legami di coppia), quelli che si dedicano allo studio, gli anziani che oggi si trovano a dover aiutare figli e nipoti, insomma la gran moltitudine del popolo, si può impegnare a rileggere e riappropriarsi della Costituzione e trovare il modo, preferibilmente cooperando con altri, di attuare, implementare, potenziare il proprio contributo secondo il dettato del comma 2 articolo 4: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
L’azione di trasformazione può essere attuata anche tramite una maggiore incisività dell’amministrazione pubblica, un maggior peso dello Stato nell’economia strategica ed una maggiore presenza delle aggregazioni di cittadini nella organizzazione economica.
Per aumentare l’incisività dell’apparato statale si può pensare ad uno snellimento dei livelli intermedi.
In questo quadro la fisionomia istituzionale ed
economica assomiglia a quella di un albero, un pino domestico, con lo Stato
centrale in alto, un esteso apparato radicale in basso (i cittadini) ed un solido
ma snello sistema intermedio.
La parte strategica dell’economia parte dai monopoli naturali per arrivare a
quei segmenti che permettono minore dipendenza dalle importazioni estere.
L’agire economico della collettività si concentra sulle società dei beni comuni e
sul sistema cooperativo definanziarizzato.
Le politiche attive del lavoro collegate alla formazione ed allo spostamento di
un lavoro all’altro tramite una formazione (che deve essere efficace), sono un
altro strumento necessario per colmare il bisogno di stabilità ai cittadini nella
società liquida
61.
61 Zygmunt Bauman 31
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TESI su: ECONOMIA, FINANZA E WEB
In un momento storico in cui la globalizzazione ha prodotto un superamento
degli Stati che non sono stati in grado di rispondere alla spersonalizzazione
dell'economia che si è trasformata in finanza globale ed in beni immateriali la
risposta non può che essere quelle di rimettere al centro l'Uomo inteso sia
come collettività che come animale
sociale. La competizione tout court se non regolata strenuamente e la produzione di valore se non controllata dallo Stato nei settori strategici, produce, come ha prodotto, un deperimento dei diritti delle persone a favore dell'accumulazione del capitale. Il mantra di base è
stato
il postulato che solo la competizione potesse far evolvere la società ma
questo ha prodotto uno scadimento qualitativo delle relazioni tra individui. Le
persone hanno riversato su di loro l’idea meccanicistica della produzione. La
identificazione dell’Uomo con il lavoro, soprattutto per gli strati più esposti alla
competizione (liberi professionisti, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori)
sale a livelli parossistici tanto da rendere più desiderabile lavorare che
socializzare. L’affermazione del sé riversata nella capacità di essere motore di
produzione. In questo quadro si rende necessario riportare al centro
dell’azione politica e sociale l’Uomo. L’Uomo che deve riprendere la volontà
tesa ad un processo di conoscenza che alzandone la capacità critica ne
stimoli la voglia di libertà. Una società di uomini liberi è composta da individui
che lo vogliono essere e per fare questo devono essere messi in condizione di
non essere soggiogati da un sistema produttivo che aumenta il tempo passato
al lavoro, spostamenti compresi come ci ricordava Illich, e con condizioni
salariali compresse. Una nuova forma di schiavitù coperta con le parole
competizione e flessibilità.
La creazione di valore che si sposta sempre di più della produzione di beni
alla movimentazione di capitale ha creato sacche estese di lavoratori a basso
costo che sono dispersi sia fisicamente che organizzativamente e trovano una
dimensione sociale principalmente nel loro luogo di vita.
Da qui la necessità di ripartire dalla loro riaggregazione su base locale. È da lì
che può nascere un nuovo cooperativismo che deve vedere al centro gli
individui piuttosto che il capitale. Vanno privilegiate (anche finanziariamente)
le azioni che vedono le persone aggregate verso un’azione concreta (tipo le
comunità energetiche) piuttosto che le società di capitali. Si devono definire
nuove tipologie aggregative che vadano oltre le società di persone e quelle di
capitale. Oltre alla dimensione “privata” e “pubblica” esiste quella “comune”.
32
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Le risorse fondamentali per il “buon vivere” delle persone possono essere
coniugate in senso locale e una gestione democratica e partecipativa collettiva
costituisce una strada da percorrere coniugando per sovrapposizione i gestori
e i fruitori del bene stesso. La “società dei beni comuni” che si sottrae ai limiti
sia delle società pubbliche che di quelle private. Dal punto di vista dell'accesso
al credito si deve intervenire privilegiando queste nuove forme soprattutto se
una parte rilevante dell’equity è stata raccolta con strumenti di crowfunding. La
raccolta di fondi sulla rete a seguito della presentazione di un progetto deve,
nelle logiche di accesso al credito, costituire vaglio preliminare di controllo
diffuso della fattibilità e sostenibilità.
Dal lato dello Stato le aziende pubbliche e quelle partecipate devono
indirizzarsi verso un aumento della forza lavoro giovanile ad alta qualificazione
divenendo lo sbocco naturale dei tanti cervelli che produce il sistema formativo
e contrastandone la fuga all’estero. Per fare questo bisogna spingere verso
una riduzione dei dividendi in modo da lasciare libere risorse per investimenti
produttivi strategici. Il costo del danaro ad oggi molto basso può costituire un
moltiplicatore di risorse. Sul medio e lungo termine investire gli utili
nell’azienda determina più valore sia per gli azionisti che per gli obbligazionisti.
In merito al campo di gioco dei giganti digitali.
Le sette sorelle del web con la loro pervasività nella vita quotidiana hanno un
forte credito di credibilità nei confronti dei cittadini tali da renderle attrattive
nell’erogazione di prestiti e di depositi. Per molte persone sono più affidabili
dei governi visto che rendono più facile la gestione quotidiana del vivere. La
crisi di autorevolezza dei governi diventa quindi una crisi di autorità.
In questo spazio si colloca l’azione dei giganti dell’high tech che possono
utilizzare l'efficacia degli strumenti che hanno messo a disposizione dei
cittadini, spesso gratuitamente, per acquisire autorevolezza e sfruttare gli
spazi lasciati liberi dagli Stati, per mettere in campo quell'economia
reputazionale che sembra essere (illusoriamente) la nuova strada di libertà per
il blocco sociale maggioritario.
A questo si affianca la grande massa di denaro che i signori del web mettono
a disposizione per iniziative benefiche o per la ricerca. Sembra di ritornare al
XIX secolo quando il regnante e la sua corte elargivano soldi per dimostrare la
loro magnanimità
Una nuova “aristocrazia benevola” che sostiene il popolo e che si sostituisce
allo Stato perché i governi non hanno più le risorse economiche. Reputazione
e mecenatismo utilizzati come strumenti concreti di consolidamento strategico
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senza però mai intaccare sensibilmente il loro patrimonio.
TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
per continuare ad occupare settori sempre più ampi del mercato. Nei
molteplici campi in cui gli Stati e le loro aggregazioni devono e possono agire
“e fare una barriera”
62
c’è quello della moneta.
Partendo dal lavoro che la BCE sta facendo su Eurochain, anche in Italia si
potrebbe passare alla emissione di una moneta digitale “
digitalizzando ad esempio la moneta metallica di cui controlla il conio in base agli accordi con la
BCE”63
l’estcoin -
(oltretutto con un grande risparmio visto che il costo del metallo supera
quello nominale per le monete piccole) oppure in fase di gestione di crediti
fiscali. Una moneta che potrebbe essere scambiata in Italia tra cittadini
residenti e tra aziende con sede fiscale nel nostro Paese. Un’opportunità che
può vedere l’Italia come front runner all’interno dei paesi dell’eurozona. Il
fallimento del tentativo dell’Estonia di fare una cryptovaluta su blockchain -
non deve farci desistere ma indirizzarci nella giusta direzione.
Come già detto tutto il mondo delle sette sorelle gira intorno al nuovo petrolio.
I dati dei cittadini, che ieri hanno alimentato l’ascesa finanziaria degli OTT, e
oggi alimentano l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning,
devono diventare un Bene Comune, ed essere stoccati in datacenter di
proprietà degli Stati. Lo impongono sia la giustizia sociale che l’uguaglianza di
opportunità.
Queste sfide globali tra oligarchi della rete e Stati necessitano di un sistema
sovrastatale che ne riprenda il controllo e lo riporti nelle mani della collettività.
Il controllo e la limitazione del potere accentrato nelle mani delle sette sorelle
è un imperativo non più rimandabile. Che si tratti di imporre una tassazione
base, una messa a disposizione della collettività dei dati che hanno
accumulato, una limitazione delle concentrazioni monopolistiche o di accordi
di cartello, gli Stati devono poter intervenire. In merito alla tassazione il G7 ha
incaricato l’OCSE di fare una proposta ma come si possono escludere i paesi
asiatici e la Cina in particolare, da una discussione del genere? La
discussione va portata all’ONU. Ci sono due strade: a) fare un’agenzia che si
occupi di predisporre un accordo internazionale che deve poi essere ratificato
dai Paesi sottoscrittori (sulla falsariga di quanto fatto per le emissioni di zolfo
nel trasporto navale); b) ampliare il raggio di azione del potere interdittivo del
consiglio di sicurezza dell’ONU
mpliando la possibilità di intervento con azioni che non siano solo verso gli
a
integrando il capitolo VII dello statuto ed
62 Un riferimento all’inno d’Italia nel primo periodo della resistenza dopo l’armistizio del ’43 63 Fonte: Marcello Minenna su Sole24Ore
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
Stati ma anche verso società multinazionali
64. In entrambi i casi i tempi di
azione non possono essere lunghi.
Tesi su: LOCALISMO, SOCIALIZZAZIONE, ALFABETIZZAZIONE DIGITALE
Devono essere stimolati gruppi di cittadini che si aggregano per condividere i
propri beni al fine di far rinascere un senso di comunione (basato sull’istino
sociale) che si opponga all’atomizzazione del popolo voluta dagli ultimi 40 anni
di cultura neoliberista (basata sull’istinto personale). La competizione indotta
dal mercato ha demolito i rapporti empatici tra individui rendendoli sospettosi
gli uni verso gli altri. I punti di riferimento delle vecchie ideologie che
costituivano la base aggregativa di blocchi sociali omogenei, sono caduti con
la separazione tra le istanze popolari e le azioni messe in campo dai loro
rappresentanti generando una crisi di autorevolezza dei governi. In questa
assenza ideale e valoriale sono esplose le individualità connesse ai concetti di
apparire (dai media tradizionali ai social network) e consumare. Oggi l’apparire
è collegato al concetto di vanità che Francesco d’Assisi rifuggì utilizzando
parole diverse ma coerenti con l’epoca in cui viveva. L’apparire oggi è spesso
sinonimo di conformismo come si evince plasticamente dalle immagini, dai
video sui social (da Facebook a Instagram a TikTok). Un conformismo che
omologa e crea una nuova forma di appartenenza a scapito delle peculiarità.
Una nuova religione antropocentrica lontana dalla spiritualità e dall’empatia tra
esseri umani come ci ricorda Papa Francesco. Anche il consumo si è evoluto:
dal concetto di proprietà di un oggetto a quello di utilizzo/possesso bulimico in
una continua perpetuazione dell’usa e getta. In buona sostanza il sistema
sociale negli ultimi 40 anni è stato oggetto un elevato incremento di entropia.
Oggi il blocco sociale che chiede più giustizia sociale è molto eterogeneo. Si
rende necessario procedere ad una riaggregazione delle istanze sociali
trovando i punti di convergenza. Una di queste convergenze riveste carattere
geografico. Le persone vivono la loro realtà quotidiana in luoghi ristretti (città,
quartieri, paesi). Si deve agire a livello locale per dare risposte a problemi
condivisi.
Le differenze intrastatali (nord-sud, isole-continente) e intraregionali (pianura-
montagna, citta-paesi, centro-periferie) riportano a un nuovo localismo che
può far sì che si possa individuare su quella base (aspettative-difficoltà comuni
che producono volontà collettive) l’azione da perseguire e si definisca una
64 Questa modalità d’azione è coerente con il comma 7 dell’articolo 2 dello statuto in quanto sono questioni di carattere sovranazionale
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
nuova struttura sociale che superi le vecchie classi demolite dal neoliberismo
imperante dalla fine degli anni 70. Anche a livello strutturale statale si
dovrebbe prendere in considerazione la forza propulsiva che possono avere
aree geografiche più limitate ed omogenee rispetto a quelle più ampie oramai
divise tra aree centrali ed aree periferiche.
TESI su: DEFOSSILIZZAZIONE DELL’ECONOMIA, DONO
L’opzione delle fonti rinnovabili accoppiata all’efficienza energetica, ad un
sistema di trasporto defossilizzato, ad un approccio decentralizzato dove il
centro diventa principalmente strumento di garanzia della stabilità del sistema
energetico, è un imperativo che deriva dalla scarsezza di risorse. L’Italia può e
deve essere l’avanguardia di questa trasformazione industriale e
comportamentale. La vera sfida è far sì che la defossilizzazione dell’economia
non produca un nuovo imperialismo/colonialismo che tenga soggiogati quei
Paesi del mondo che sono ancora alla fase di inizio dello sviluppo industriale.
Quei Paesi che stanno vivendo o si accingono a vivere i loro “30 gloriosi”. Le
soluzioni che i Paesi ad avanzato stato di industrializzazione sviluppano
devono essere trasferite senza oneri a quei Paesi ed in particolare a quelli
africani. L’Africa subsahariana, secondo le previsioni, avrà un boom
demografico a cui si accoppierà una maggiore domanda di energia. Bisogna
evitare una “colonizzazione tecnologica”. Bisogna evitare che quei Paesi siano
il luogo dove con una mano si danno soldi e con l’altra si fanno tornare indietro
utilizzando il meccanismo delle commesse alle aziende nazionali
65
. Va bene
chiedere un maggior equilibrio nella bilancia dei pagamenti, soprattutto nei
confronti dei fornitori di fonti fossili, ma senza che diventi strumento per
“aumentare gli spazi di mercato” a scapito delle condizioni di vita del popolo
locale. Il sistema di ricerca e sviluppo oltreché l’industria (che usa le logiche
del diritto industriale basato sul brevetto per assicurarsi utili incompatibili con
le condizioni di vita del popolo residente in aree a ritardo di sviluppo), devono
limitare l’uso della proprietà intellettuale verso quei Paesi per permettergli di
utilizzare le tecnologie al fine del loro sviluppo interno. Ecco un dono che il
Vecchio Continente può fare all’Africa. Ovviamente questo dono deve servire
per migliorare i livelli di vita delle loro popolazioni e quindi la tecnologia potrà
essere usata solo dai governi o da società pubbliche e non per incrementare il
livello di competizione tra Stati africani o da quegli Stati verso i paesi
65 Esempio ne sia l’accodo del 2015 tra la Germania e l’Egitto per una commessa di 8 miliardi di euro a favore di Siemens per costruire centrali elettriche. La più grande commessa mai avuta da Siemens.
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
“donatori”. L’Italia, i Paesi dell’UE, se ne facciano promotori verso le altre
grandi potenze tecnologiche a partire da USA e Cina.
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
LE AZIONI
Azione Concreta 1: ALFABETIZZAZIONE DIGITALE ED ATTIVITA’ FISICA
Considerato che coloro che vanno in pensione nei prossimi 20 anni godranno
di una pensione calcolata in base al metodo contributivo (la riforma Dini del
‘95 prevedeva che il retributivo restava solo per coloro che avevano almeno
18 anni di contributi al 1996) si assume che queste persone avranno meno
disponibilità economica rispetto ai pensionati attuali. Un’inversione di tendenza
che è oltretutto già in essere a causa del sostegno che questa grande massa
di pensionati danno ai figli e nipoti (redditi medi e bassi). Una delle
conseguenze sarà un più forte posizionamento territoriale. Il loro spazio vitale
fondamentale sarà il quartiere, la città. In età avanzata, e non solo, la
socializzazione, il contatto fisico, l’empatia che nasce dall’interazione tra
individui è fondamentale. La domanda di bisogni socio-sanitari aumenterà e
dovranno essere programmate politiche per implementare l’attività fisica e la
“ginnastica mentale” al fine di contenere l’incremento di spesa. Le politiche di
soddisfacimento della domanda tramite la tecnologia di monitoraggio, controllo
e comando da remoto necessitano di una potente formazione digitale. La
fascia di età compresa tra 45-65 ovvero la fascia più rilevante dal punto di
vista demografico, quella dei baby boomers, oltre che gli over 65, devono
essere fortemente formati. Il grande valore aggiunto costituito da coloro che in
questa fascia di età sono già abili nell’utilizzo dei sistemi digitali fa sì che la
formazione non sia frontale ma circolare aumentandone di molto l’efficacia.
Questo permetterà l’utilizzo efficace dei servizi socio-sanitari da remoto. Le
strutture pubbliche esistenti, a partire dalle scuole, possono essere usate
come punti di aggregazione per la formazione. L’azione che lo Stato centrale e
periferico deve mettere in campo è volta ad aumentare considerevolmente la
possibilità di interagire con la PA da remoto via web in modo semplice ed
efficace. Non è più sopportabile il forte divario che mostrano le classifiche
Eurostat sulla quantità e qualità di relazione Stato-cittadino in senso digitale
tra il nostro Paese con il resto dei Paesi dell’Unione.
Azione concreta 2: MINERALI STRATEGICI
Un’industria del futuro deve dipendere il meno possibile dall’estero per i
minerali strategici. Sarà necessario raccogliere le energie del sistema di
ricerca nazionale nonché di tutti i ricercatori italiani residenti all’estero che
vogliono contribuire anche da remoto, per poi proseguire con degli appalti pre
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
commerciali, per realizzare la “miniera nazionale”. Una miniera che estrae e
massimizza il recupero di minerali dai rifiuti. Una miniera che deve essere
strutturata ed implementata dallo Stato insieme e tramite le articolazioni
industriali da esso controllate. Nei settori strategici la legge del libero mercato
può e deve essere superata. La disponibilità di risorse strategiche serve a
garantire la forza contrattuale della collettività nazionale nei rapporti con gli
Stati storicamente fornitori di quella risorsa. Solo con una riserva strategica si
può combattere e vincere la sfida industriale dell’innovazione tecnologica.
Azione concreta 3: IL CAMPUS STRATEGICO
I cittadini vogliono che i loro problemi siano risolti e per fare questo c’è
bisogno di trasformare la loro volontà collettiva in azione concreta con sano
pragmatismo. In questo senso è fondamentale tornare a quel “rigore morale”
che avevano i padri costituenti. Certo di fronte ad una società globale così
complessa, variegata, interconnessa, è fondamentale una rigorosa analisi dei
dati per una giusta programmazione e pianificazione. L’azione deve tendere
poi ad ottimizzare i processi per produrre soluzioni che il popolo possa
misurare. Popolo che deve potersi esprimere con strumenti tecnologici per
fornire feedback ai pianificatori che devono essere in grado di ritarare il
processo in modo da efficientarlo. Insomma un dialogo costante per far sì che
la volontà sia realmente trasformata in azione. L’azione strategica presuppone
che le amministrazioni centrali ministeriali abbiano un ufficio di “analisi e
soluzioni” che aiuti il decisore politico. Uffici che analizzino dati e studino i
trend e le buone pratiche presenti nel mondo per fornire scenari imparziali.
Devono essere uffici elastici e composti principalmente da giovani (affamati e
folli per dirlo alla Jobs) e da una parte di anziani (esperti ma entusiasti).
Gruppi altamente multidisciplinari (sullo stile del MIT media lab in USA) che
elaborino strategie per affrontare le crisi (sullo stile del Civil Service College di
Singapore). Tutti i contributi elaborati dovranno poi convergere nel tavolo
strategico dell’azione di governo. Per far sì che il lavoro sia davvero efficace
gli uffici ministeriali dovranno essere tutti collocati presso un unico campus
altamente connesso sia fisicamente che via web. Nel campus devono essere
permesse interazioni tra uffici senza che la burocrazia ne limiti l’agilità. I
componenti degli uffici devono essere individuati solo sul criterio del merito
(andando oltre le classiche procedure concorsuali) con una selezione in cui
tutti gli atti siano resi pubblici al fine di evitare “interferenze”. Non abbiamo
bisogno di nuova burocrazia ma di strategia che si evolve su piani orizzontali.
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
All’interno del campus dovranno essere organizzati laboratori creativi tra
componenti di uffici diversi. I laboratori permetteranno l’esaltazione di
motivazioni basate su: comunicazione (interazione tra linguaggi verbali e non
verbali); socializzazione (lavoro di gruppo, interazioni culturali, cooperazione,
solidarietà); costruzione (
apprendimento che si conquista con la fisicità e con l'osservazione diretta della realtà); fare da sé (per conquistare autonomia e autosufficienza); esplorazione (per esaltare la curiosità superando la conoscenza di base ed interagire con il comprendere, l’applicare, il metodo di investigazione, l’analizzare, il sintetizzare); fantasia (per imparare a percorrere
strade ignote ma collegandole alla realtà per darle nuova forma).
“laboratorio” strategico possono nascere tanti nuovi “Tecnologi dello Stato” di
macchina pubblica sempre meno burocratizzata e sempre più efficiente ed
Da questo
domani in modo che possano prendere nelle loro mani la gestione di una
efficace a rispondere alle complesse domande di buon vivere da parte dei
cittadini.
I nuovi tecnologi dello Stato, per evitare di finire nell’indifferenza verso il
popolo tipico dell'élite devono essere soggetti ad una periodica valutazione
dell’efficacia dell’azione da parte di cittadini che interagiscono con la pubblica
amministrazione mediante i loro feedback.
Ciò che dovranno fare i tecnologi è giungere ad un efficace governance dello
Stato che deve tendere al miglioramento rispetto alla fase precedente e non
all’autoconservazione del potere. Il controllo popolare deve servire ad evitare
che la struttura dirigenziale vada verso fini diversi da quelli dell’utilitarismo
collettivo.
Azione concreta 4: MAGAZZINO E RESILIENZA
Il sistema di produzione di beni materiali deve contribuire alla realizzazione di
un database delle materie in ingresso ed in uscita dal ciclo di produzione.
L’insieme dei flussi costituirà la base su cui gli innovatori potranno misurarsi al
fine di creare nuove filiere o massimizzare l’efficienza di quelle esistenti. Una
caratteristica dovrà essere quella di capire in che modo il sistema di
produzione nazionale può rispondere alla produzione di beni che sono
esclusivamente importati o come essere in grado di ridurre la dipendenza
dall’estero. È necessario, per le imprese, identificare i componenti strategici
delle varie produzioni e aumentare la resilienza con fornitori allocati in varie
aree del mondo. Nel breve termine lo Stato potrebbe mettere in campo un
meccanismo sulla falsariga di quello usato dal sistema elettrico (gli
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TERA-PICO - Andrea Cioffi - Aprile 2020 -
interrompibili) per assicurare la stabilità dello stesso. In tal senso si
dovrebbero individuare le aziende in grado di sopperire alla mancata
produzione nazionale di un segmento produttivo strategico e sostenere con
incentivi quelle in grado di fornire una risposta immediata a quel tipo di
produzione in caso di crisi sistemica.
Per avere una catena di fornitura sostenibile e resiliente è necessario un
accorciamento della stessa (oltre alla ridondanza suddetta) almeno
relativamente agli asset strategici per poi procedere alla reinternalizzazione
della produzione connessa.
Per attuare ciò si rende necessaria la creazione di un database per la
trasparenza della supply chain con la scomposizione dei prodotti e
l'individuazione dei luoghi di approvvigionamento dei componenti. I
componenti verranno suddivisi in strategici e non strategici. Lo Stato e gli
operatori avranno così a disposizione il database dei componenti strategici e
potranno pianificare le interconnessioni e le sovrapposizioni tra aziende
(aumento della resilienza) e decidere quali elementi devo essere
reinternalizzati nella produzione nazionale. Questo permetterà di migliorare di
molto il livello di analisi basato sul sistema delle matrici di input-output
attualmente redatte dall'ISTAT. Questo livello di dettaglio permetterebbe una
migliore valutazione del rischio per il Paese (inteso come capacità produttiva)
connesso alla vulnerabilità della supply-chain.
Le matrici input-output così implementate possono servire non solo a
conoscere i flussi commerciali Italia-estero (anche al fine di identificare i
componenti strategici che è necessario riportare nella produzione interna) ma
anche a verificare se l’output di un'azienda può diventare input di altre al fine
di ottimizzare i flussi interni e massimizzare la produzione di valore tra aziende
nazionali.
PER CONCLUDERE
“Non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia
sociale senza libertà.
La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si
risolve per molti nella libertà di morire di fame.
Gli uomini, per essere liberi, è necessario prima di tutto che siano liberati
dall’incubo del bisogno.”
Sandro Pertini
41 
(41 PAGINE TOTALI)
ANDREA CIOFFI M5S
pubblicato su
http://www.beppegrillo.it/wp-content/uploads/2020/04/TERA-PICO.pdf?fbclid=IwAR2Nt3DXzb_6Mel2y9BJycqwv5FbdU8TKdlLAWuNoJukPAAGfL-PQyRrUMc