ENCICLICA DEFINITIVA SULLA CONDOTTA STRADALE SECONDO LO SPIRITO DELL’ARTICOLO 141 DEL CODICE DELLA STRADA
“Non avere fretta, ché ogni incontro è sacro.”
I. PROEMIO
In nome del rispetto, della prudenza e della civiltà che deve governare ogni anima che si muove nel mondo, proclamiamo con voce ferma e cuore consapevole l’urgenza di una conversione morale nei comportamenti stradali. Lo facciamo alla luce dell’articolo 141 del Codice della Strada, non solo come norma, ma come principio di convivenza.
II. SUL VALORE DELLA LENTEZZA
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Nessun tempo terreno ha più valore della vita che si incontra lungo il cammino.
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La fretta, sorella dell’egoismo e madre della distrazione, è da considerarsi nemica del vivere comune.
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Colui che guida un mezzo, piccolo o grande, ha tra le mani il potere di generare sicurezza o danno, incontro o scontro, vita o tragedia.
III. SULL’ARTICOLO 141 CDS COME COMANDAMENTO CIVILE
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L’articolo 141 del Codice della Strada comanda che "il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo", adeguando velocità e comportamento "alle condizioni della strada, del traffico e dell’ambiente".
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Questa non è solo una prescrizione tecnica, bensì una legge spirituale della mobilità: chi si muove, deve farlo con attenzione, rispetto e disponibilità all’imprevisto.
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Il rispetto si manifesta non solo nelle regole ma nell’animo: rallentare, cedere il passo, accogliere chi appare davanti a sé “in qualunque situazione e in qualunque circostanza e in qualunque tipo di strada” è atto di umanità.
IV. SULL’INCONTRO CON L’ALTRO
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Ogni pedone, ciclista, anziano, bambino, disabile, animale, conducente inesperto, turista spaesato o lavoratore affaticato è da considerarsi presenza sacra lungo la via.
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Colui che guida deve predisporre lo spirito al riconoscimento dell’altro, senza mai pensare di avere “diritto” a passare prima, solo per il fatto di essere più veloce o più forte.
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Chi si presenta davanti a noi è un messaggero di umanità, da rispettare, da proteggere, da ascoltare con gli occhi e con la pazienza.
V. ESORTAZIONE FINALE
Popoli della strada, rallentate. Abbassate la mano del clacson e sollevate quella del saluto. Rinunciate alla corsa sterile e accogliete la lentezza come segno di evoluzione.
Che ogni incrocio sia un patto di pace, ogni frenata un gesto d’amore, ogni precedenza ceduta un seme di civiltà.
Così sia.
Firmato:
Custode dei Tempi della Strada,
Difensore del Rispetto e della Moderazione,
Testimone dell’Articolo 141 CDS.
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